La situazione purtroppo è nota: una riduzione del budget derivante dal servizio sanitario nazionale; una regione con il tasso di popolazione ultrasessantacinquenne più alta d'Italia; un sistema troppo concentrato intorno agli ospedali con una rete di piccole strutture costose e altre più grandi con moltiplicazioni di specialità che fanno lievitare costi; una rete territoriale inadeguata a rispondere alle esigenze dei cittadini.Tutto ciò fa sì che alla sanità ligure manchino all'appello 200 milioni di euro. Né per i sindacati sono condivisibili le ricette della Regione, a partire dall'introduzione dei ticket su prestazioni specialistiche e farmaceutiche e sui codici bianchi del pronto soccorso. Così Cgil, Cisl e Uil, unitariamente, hanno deciso di inviare al presidente Burlando e agli assessori Montaldo e Rambaudi la propria proposta in tema di riorganizzazione e razionalizzazione del settore socio-sanitario ligure.
Chiedono di utilizzare i piccoli ospedali di cui si prevede la chiusura come presidi sul territorio funzionanti 365 giorni l'anno con guardia medica e medici di medicina generale e trasferire laddove servono le risorse di strutture dove sono presenti doppioni. Adesso si attende la risposta della Regione.
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