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Il pareggio col Bari non cambia la classifica dei blucerchiati che restano ultimi in B. Donati resta in panchina, il nuovo modulo dà più equilibrio ma la squadra deve crescere
3 minuti e 11 secondi di lettura
di Marco Bisacchi

Cosa è cambiato esattamente per la Sampdoria dopo il pareggio di Bari? Poco, anzi quasi niente. Certo è arrivato il primo risultato positivo stagionale dopo quattro sconfitte di fila. Però i blucerchiati erano ultimi in classifica e ultimi restano. Oltre tutto questo 1-1 è arrivato contro i penultimi della graduatoria: anche il Bari sta avendo - come il Doria - grandi difficoltà in questo avvio di campionato.

Modulo più equilibrato

Sforzandosi un po', qualcosa comunque si può salvare. Nelle ultime due gare Massimo Donati si è affidato a un 3-4-2-1 che nel complesso ha dato maggiore equilibrio e compattezza: in buona sostanza la squadra è più coperta e rischia meno a livello difensivo. Anche se gli errori da matita rossa restano più o meno gli stessi: il gol subito da Moncini - pochi minuti dopo il vantaggio di Depaoli - ricorda molto quello subito dallo Spezia in Coppa Italia, un mese e mezzo fa, sia nella dinamica sia nell'immediato botta e risposta. Segno che questa Sampdoria è ancora troppo fragile e non ha la maturità giusta per imparare dai propri passi falsi.

Pafundi, Cuni e la ricerca del gol

Il problema di questa Samp - s'è capito - non è tanto Donati che sta cercando qualche correttivo ma che ha a disposizione una squadra costruita male. Certo è meglio Ghidotti in porta rispetto a Coucke, su questo non ci sono dubbi. Pafundi - nella prima partita da titolare in maglia blucerchiato - ha fatto vedere di avere qualità, guizzi e giocate per fare la differenza: può essere un uomo su cui puntare. Anche Benedetti non si è mosso male sulla trequarti mentre su Cuni si ripete sempre la stessa storia: il giocatore albanese si muove tanto, ha gamba, si sbatte e lavora per la squadra ma continua a non segnare. Non proprio un dettaglio per un attaccante. Oltre tutto Cuni non sembra avere le caratteristiche per giocare da prima punta. L'unico vero puntero in rosa (e questo è un problema strutturale della squadra) resta il quasi 37enne Massimo Coda, preservato al San Nicola in vista delle due gare in pochi giorni - mercoledì e domenica prossima - con Catanzaro e Pescara a Marassi.

Doppia gara casalinga

Due gare in cui i blucerchiati sono cambiati finalmente a cambiare passo. Due gare che potranno dire molto sul futuro, a breve termine, della Sampdoria e dello stesso Donati visto che il pareggio di Bari non mette certo al riparo il mister friulano dai venti di un possibile esonero. Da anni ormai si parla di "fattore Marassi" per la Sampdoria, da anni spesso - per non dire quasi sempre - i blucerchiati hanno vissuto tante, tantissime sconfitte tra le mura amiche come non era mai accaduto, tra Serie A e Serie B. E' arrivato il momento di un'inversione di tendenza anche se pare chiaro come questa Samp abbia ancora tanti limiti. Certi errori nella fase difensiva si ripetono puntualmente (male Ioannou e stavolta rivedibile anche Hadzukadunic sul gol di Moncini), a centrocampo non ci sono i giocatori in grado di cambiare davvero passo con Henderson e Abdilgaard impegnati soprattutto in compiti difensivi, giocatori prelevati sul mercato per fare la differenza - basti pensare a Barak, deludente anche ieri subentrando nella ripresa - possono e devono fare di più. Più in generale, al netto della contestazione dei tifosi nei confronti della proprietà e di una società che ha commesso molti errori e che ne sta commettendo ancora, c'è una squadra in campo che deve riscattarsi, deve rialzare la testa. Lo chiedono gli oltre 20 mila abbonati al Ferraris, lo chiede la storia della Sampdoria. Ma la storia, i colori, i tifosi, il blasone e tutto il resto - si sa - non vanno in campo.

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