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di r.s

Giuseppe “Beppe” Spalazzi, scomparso nella notte tra il 16 e il 17 luglio all’età di 82 anni, sarà ricordato come uno dei portieri più coraggiosi e iconici del calcio italiano degli anni ’60 e ’70. Nato ad Agazzano, Spalazzi si fece subito notare per il suo stile audace tra i pali, specialmente nelle uscite, che gli valse il soprannome di “portiere-kamikaze”.

La sua carriera iniziò a Piacenza in Serie D, per poi proseguire con esperienze importanti in Serie A e B con club come Bologna, Bari, Genoa e Palermo. Con le sue parate contribuì alla storica promozione in Serie A del Grifone nella stagione 1972-73. Dopo due stagioni, nella sessione estiva del mercato 1974 passa al Palermo insieme a un conguaglio di 350 milioni di lire, in cambio di Ignazio Arcoleo e Sergio Girardi.

Purtroppo, la sua avventura sportiva fu segnata da due gravi infortuni quando giocava con la maglia del Bologna: un’uscita sfortunata che causò a Bruno Mora la frattura di tibia e perone, e un terribile colpo subito al volto, con la rottura della mandibola durante un’amichevole contro una squadra dilettante romagnola. Tali episodi, insieme a un carattere di grande spavalderia, fecero sì che Spalazzi fosse ricordato non solo per il talento ma anche per il coraggio e la determinazione.

Dopo aver chiuso la carriera al Palermo aprì con le sorell una boutique di abbigliamento a Chiavari. Beppe Spalazzi lascia un’eredità di entusiasmo e coraggio, che resterà scolpita nella memoria di chi ha amato il calcio e lo sport nel nostro paese.

 
 
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