
Il caso reso pubblico da "Le Iene" può portare a un'immediata rivoluzione nel mondo Sampdoria, nel settore giovanile e non solo. Il club blucerchiato ha annunciato di prendere le distanze "in maniera netta e inequivocabile da qualsiasi comportamento non conforme ai propri valori, incluso quello attribuito al responsabile del Settore Giovanile, signor Luca Silvani" e di aver avviato "un’indagine interna per accertare ogni elemento utile e si riserva di adottare tutti i provvedimenti ritenuti opportuni, incluso l’eventuale allontanamento del suddetto dirigente, a tutela dell’integrità del club".
In buona sostanza la vicenda mette fortemente in discussione il responsabile del settore giovanile Luca Silvani, entrato nel club la scorsa estate come uomo di fiducia di Alessandro Messina, consigliere del club che in questa stagione disastrosa a livello sportivo ha avuto un ruolo centrale (pur senza alcuna carica ufficiale in organigramma) nelle strategie e nelle scelte tecniche al fianco dell'ormai ex ds Pietro Accardi. Il caso Iene che sta travolgendo Silvani insomma potrebbe presto tirare in ballo almeno indirettamente anche la scelta di Messina, uno degli uomini che erano comunque già ampiamente in discussione alla luce dei risultati nefasti di un campionato che ad oggi vede la Sampdoria sospesa tra la Serie B e la Serie C.
L'uomo di fiducia di Messina, al posto di Invernizzi
Tutti uomini di fiducia del presidente Matteo Manfredi che sta vivendo il momento peggiore da quando ha preso le redini della società, che nei fatti è il principale responsabile della disfatta stagionale e che adesso - anche alla luce degli ultimi sviluppi - sarà chiamato a tagli netti rispetto al passato. La scelta di Silvani al settore giovanile peraltro non ha portato ad alcun risultato sportivo (clamorosa anche la retrocessione della squadra Primavera) peraltro ricordando che lo stesso Silvani in estate aveva preso il posto di Gianni Invernizzi, ex scudettato '91 e riferimento storico del vivao doriano, che oggi - dopo aver vissuto quasi per intero la stagione col ruolo simbolico di club manager - sta seguendo la prima squadra come dirigente al fianco dello staff "manciniano" guidato da Evani e Lombardo.
Il tesseramento di Profeti e i procuratori coinvolti
Il caso del tesseramento alla Sampdoria del calciatore Emanuele Profeti, classe 2005, raccontato da "Le Iene" attraverso la ricostruzione dei vari passaggi - ovvero i contatti coi procuratori Giulio Biasin e Piero Borella, con la disponibilità a "una forzatura che può aiutare il ragazzo" rappresentata dal pagamento di una cifra da 10 mila euro che avrebbe dovuto essere versata alla Sampdoria come sponsorizzazione (nel servizio compare anche lo stesso Silvani) ma anche dall'esborso di ulteriori 60 mila euro per l'affare tra le parti coinvolte peraltro senza alcun effettivo provino di campo per il calciatore - rappresenta un'escamotage da parte del programma tv Mediaset per provare a smascherare passaggi poco trasparenti anche nello scouting del mondo del calcio italiano. Una vicenda che dovrà naturalmente essere approfondita ma che ad oggi crea grande imbarazzo nel mondo Sampdoria.
La Federclubs è durissima
Duro il commento della Federclubs sulla vicenda. "Il servizio trasmesso ieri sera dalle Iene ci ha ferito profondamente ed è per molti aspetti più doloroso di una sconfitta sul campo: riguarda il mondo Sampdoria nelle sue sfaccettature quotidiane, operative, intime. Vedere la Sampdoria gestita in questo modo ci disgusta. Le accuse indirizzate a Silvani, se confermate, devono essere un ulteriore passo verso la rivoluzione dell’ambiente societario, già inaridito dagli anni di Ferrero e ora portato ulteriormente nel fango dalla nuova proprietà, non solo in termini di risultati. Chiunque sia coinvolto in queste procedure vili e criminali deve sparire per sempre dall’Unione Calcio Sampdoria, e faremo tutto il possibile per spiegarlo con fermezza alla proprietà, quando dimostrerà interesse nell’incontrarci" scrivono i rappresentanti del tifo blucerchiato.
I tifosi contestano ma saranno al play out
IL COMMENTO
Nella Genova più "salata" caccia al centro dimagrito
Scarcerazione Brusca, quando la legge sconfina dal senso di giustizia