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La vittoria dello Spezia accende le polemiche ma i bianchi godono e volano in classifica
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Inizio rivolgendomi ai tifosi del Milan e a tutti i commentatori della stampa nazionale che si stanno esercitando, in queste ore, al grottesco gioco di sminuire la vittoria dello Spezia di ieri a San Siro: amici, fatevene una ragione, gli aquilotti non hanno rubato nulla.

Se il Milan, con il proprio diluvio di campioni e sogni di gloria, resta in partita con il piccolo Spezia fino al novantesimo, non può attaccarsi a un episodio, per quanto oggettivamente sfortunato, per giustificare la sconfitta. Anche perché, sforzo che comprendo essere eccessivo per i tifosi accecati dalla passione, gli episodi andrebbero analizzati tutti: il rigore assegnato al Milan dal Var, per esempio, è molto meno solare di quanto i rossoneri siano disposti ad ammettere e non è comunque colpa dell’arbitro o dello Spezia se Theo Hernandez non è riuscito a centrare la porta dagli undici metri. Poco dopo c’è un secondo episodio, quello che porta al gol di Leao: giudicarlo è impossibile, giacché nessun replay ha avuto la compiacenza di mostrare l’intervento di recupero su Manaj al limite dell’area rossonera; il giocatore dello Spezia viene abbattuto, resta a terra contorto dal dolore ma per l’arbitro è tutto regolare: il Milan scappa in contropiede e Leao segna un gol bellissimo. Dal Var non arriva nulla, nemmeno il consueto ‘silent check’: tutto buono, nessun dubbio, il gol è della squadra a strisce ed è ciò che serve per alimentare lo spettacolo.

Poi la partita prosegue, lo Spezia sale di tono, non ha paura e per larghi tratti gioca meglio del Milan: i rossoneri spariscono dal campo, Agudelo sembra un fenomeno, Maggiore danza come fosse Lampard e i bianchi prima pareggiano, poi sfiorano il raddoppio. Pioli mette in campo i pezzi grossi e affianca Giroud a Ibrahimovic, mica Paci e Colacone. Eppure i rossoneri non creano pericoli degni del blasone dei loro attaccanti fino a quando, siamo in prossimità del fischio finale, Serra fischia un fallo al limite dell’area spezzina per atterramento di Rebic: la palla, subito dopo il fischio, finisce a Messias che confeziona un bellissimo sinistro a giro che si infila all’angolino. Ma il gioco è fermo e il gol non è valido.

E’ un errore grosso come una casa, su questo non ci sono dubbi: andava garantito al Milan il rispetto della ‘regola del vantaggio’ e il fischio doveva essere eventualmente differito al momento in cui lo stesso vantaggio non si fosse concretizzato. Ma l’arbitro Serra sbaglia, bloccando i rossoneri sul più bello: sono cose che capitano con assiduità nei campi di calcio, nessuno se ne lamenta se non nell’immediatezza dell’episodio. Serra, torinese di 39 anni, capisce subito che questo errore può costargli caro: a parti invertite sarebbe passato sotto traccia ma un danno al Milan è capace di distruggere una carriera. Il fischietto alza le braccia e si scusa platealmente, persino l’Associazione arbitri, in modo decisamente irrituale, invia un telegramma costernato ai rossoneri. Si capisce che si tratta di lesa maestà, se fosse accaduto lo stesso a una povera provinciale sarebbe bastato un sorriso e una pacca sulle spalle, ma il Milan è il Milan, ca va sans dire.

Fin qui tutto giusto ma, occorre ricordarlo, quell’episodio ha negato al Milan il vantaggio, il risultato era fermo sull’1-1. La partita, però, non è finita così: lo sanno a Milano che la gara l’ha vinta lo Spezia? Anche di questo nessuno parla: nessuno sembra voler riflettere sull’ingenuità dei rossoneri, un comportamento incompatibile con le ambizioni di scudetto. Nessuno sottolinea la superiorità tecnica e fisica di Agudelo su Kalulu, nessuno osserva la traiettoria bellissima dell’assist di Kovalenko né la freddezza di Giasy sotto porta. Insomma, come d’abitudine la squadra a strisce pensa più all’arbitro che agli avversari ma, qualche volta, le cose non vanno per il verso canonico.

Lasciamo dunque i rossoneri alla loro questua che costerà punti alle prossime provinciali che passeranno da Milano: lo Spezia si goda questi tre punti fantastici e continui a restare focalizzata sul suo fondamentale obiettivo, la permanenza in serie A.

Ai rossoneri auguro un futuro radioso e, mi raccomando, la prossima volta, ragazzi, cercate di giocare un po’ meglio.

 
 

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