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La Sampdoria non va oltre l'1-1 a Lecce e, raccogliendo un solo punto nelle prime due partite di quello che era stato presentato come il trittico della speranza con Cremonese e Spezia, abbandona razionalmente ogni velleità di salvezza. Ancora una volta si è vista una squadra limitata tecnicamente e poco motivata nello spirito, corrispondente nei valori all'ultimo posto in classifica il cui abbandono resta ormai l'unico obiettivo sul campo della stagione più disgraziata della storia blucerchiata, figlia di una situazione societaria terrificante con responsabilità, anzi colpe, fin troppo chiare.

I ragazzi visti in campo a Lecce poco hanno potuto, per la scarsa qualità complicata da scelte tecniche poco plausibili. Impoverita da tre mercati consecutivi senza un vero acquisto e con tante cessioni necessarie, se non imposte, la squadra che già lo scorso anno si era salvata per due episodi favorevoli, a Venezia e nel derby, arranca penosamente ormai da inizio stagione.

Gli errori arbitrali ci sono stati e pesano, così come il cambio di allenatore non ha dato frutti, ma la realtà è che la Sampdoria squadra e soprattutto la Sampdoria società stanno arrivando dove all'una del pomeriggio del 12 giugno 2014 tutti con sgomento avevano capito sarebbero prima o poi arrivate, l'incognita non era sul "se" e nemmeno sul "come" ma solo sul "quando".

I numeri sono tremendi. Tolta doverosamente la prima stagione, con tecnico e squadra figli della precedente gestione, consumato il triennio di Giampaolo, negli ultimi quattro campionati la Sampdoria è penosamente ridiventata quella che era nei primi anni Settanta: una protagonista abituale e sofferente della lotta per la salvezza. Un bilancio agonistico modestissimo, ottenuto però a un prezzo un po' troppo alto, a giudicare dalla situazione economica che ora grava sul futuro, partendo per giunta da zero debiti e iniezioni finanziarie per una ulteriore sessantina di milioni.

Il primo tempo giocato a Lecce è impietoso nei numeri: 26 tiri dei salentini, 6 nello specchio, contro lo zero dei blucerchiati. E davanti alla Sampdoria c'è una squadra anch'essa in forte crisi. Al 18' Amione salva sulla linea su conclusione di Blin, al 26' Ravaglia si oppone a Di Francesco servito da Strefezza, subito dopo lo stesso portiere doriano para su Ceesay che al 31' segna su cross del solito Strefezza. E poco prima dell'intervallo il Lecce si divora il raddoppio con Gallo solo davanti al portiere.

Al rientro in campo, Stankovic rivoluziona la squadra: fuori Zanoli, Djuricic, Lammers e Nuytinck; dentro Cuisance, Sabiri (era diffidato, è stato ammonito, salterà lo Spezia), Jesé Rodriguez e Murillo. Al 56' Sabiri su punizione sfiora il pari, negato da una lieve deviazione della barriera. Il pareggio arriva a un quarto d'ora dalla fine, con Jesé Rodriguez che su assist di Gabbiadini supera Falcone con un pallonetto. Subito dopo Stankovic richiama proprio Gabbiadini per Quagliarella, ma alla Sampdoria il tentativo di sorpasso non riesce: è anzi Di Francesco a segnare, ma in fuorigioco. Finisce qui, la partita e forse anche la stagione dei blucerchiati. E il futuro preoccupa, soprattutto fuori dal campo.

LECCE-SAMPDORIA 1-1
RETI: 31' Ceesay, 75' Jesé Rodriguez.
LECCE (4-2-3-1)
: Falcone; Gendrey (90' Romagnoli), Baschirotto, Umtiti, Gallo; Blin (81' Gonzalez), Hjulmand; Oudin (72' Maleh), Strefezza (90' Banda), Di Francesco; Ceesay (81' Colombo) (a disposizione: Bleve, Brancolini, Askildsen, Tuia, Helgason, Ceccaroni, Persson Voelkerling, Maleh, Lemmens, Cassandro, Pezzella). All.: Baroni.
SAMPDORIA (4-3-2-1): Ravaglia; Zanoli (46' Cuisance), Nuytinck (46' Murillo), Amione, Augello; Leris, Winks, Rincon; Lammers (46' Jesé Rodriguez), Djuricic (46' Sabiri); Gabbiadini (76' Quagliarella) (a disposizione: Turk, Zorzi, Murru, Oikonomou, Paoletti, Ilkhan, Gunter). All.: Stankovic.
ARBITRO: Mariani di Aprilia.
NOTE: Angoli: 11 a 8 per il Lecce. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Leris, Sabiri, Di Francesco, Rincon, Augello per gioco falloso. Spettatori: 22.471.