Sanità

Grazie alle cellule T contro tutte le varianti del virus finora identificate
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Una buona notizia e tutta genovese arriva dall'Università che ha firmato uno studio sull'efficacia del vaccino anti covid: grazie alle cellule T “dalla memoria di ferro” - dice lo studio appena pubblicato - anche dopo 6 mesi il vaccino resta efficace contro tutte le varianti, Omicron compresa. E i ricercatori si dicono ottimisti anche per eventuali future mutazioni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell da un team di ricerca de La Jolla Institute for Immunology di San Diego, guidato da Alessandro Sette, dell’Università della California a San Diego, in collaborazione con il gruppo del professor Gilberto Filaci, Direttore dell’Unità di Bioterapie dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e professore ordinario di Scienze tecniche di medicina e di laboratorio dell’Università di Genova.
Dai risultati di questa ricerca emerge che, sebbene gli anticorpi calino rapidamente, grazie ai linfociti T, cellule “dalla memoria di ferro”, il sistema immunitario di chi è stato vaccinato produce una risposta duratura ed efficace contro tutte le varianti note.

“È plausibile che il vaccino possa frenare anche le future varianti - spiega Gilberto Filaci, fra i coautori dello studio, docente UniGe e direttore dell’Unità di bioterapie dell’IRCCS Policlinico San Martino – perché è stato osservato che le cellule T di ogni individuo vaccinato sono “allenate” a riconoscere non un solo elemento della proteina spike ma in media una ventina di pezzetti diversi del virus. Ciò rende molto poco probabile che il virus generi eventuali future varianti tali da renderlo capace di sfuggire del tutto al riconoscimento e all’eliminazione da parte delle cellule T. In pratica – continua l’esperto – queste cellule si comportano come chi sa riconoscere una persona da 20 dettagli diversi del viso: anche se poi indossa un paio di occhiali o taglia i capelli, è molto improbabile che questi cambiamenti siano tali da rendere irriconoscibile l’identità della persona”.

Le varianti non riescono a ‘bucare’ la protezione dei vaccini, che continuano a farci scudo contro il virus molto a lungo perché oltre agli anticorpi stimolano la formazione di cellule T, cellule del sistema immunitario dalla “memoria di ferro” che sanno ‘smascherare’ e combattere il virus anche quando cambia faccia grazie alle mutazioni. Queste cellule, capaci di riaccendere in tempi brevissimi la risposta immunitaria, persistono in circolo a lungo, mantenendo dopo 6 mesi dalla vaccinazione una risposta reattiva contro tutte le varianti, in media pari a circa l’87-90%, che scende appena all’84-85% soltanto per Omicron, rispetto a quella iniziale post-vaccinale. Esse sono la chiave per una protezione immunitaria di lunga durata, che protegga dalle forme gravi di malattia per molto tempo a prescindere dalle possibili mutazioni future del virus.

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