Sanità

A Terrazza incontra la sanità l'intervista all'assessore regionale alla Sanità che il 12 ottobre compie il suo primo anniversario
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Abbattimento delle liste d'attesa, potenziamento della sanità territoriale, fondi per la sanità pubblica e una bacchetta magica per cambiare le cose e poter lavorare, oltre alle liste, sulla vocazione dei medici: il primo anno da assessore alla Sanità regionale per Angelo Gratarola, che festeggia il suo anniversario il 12 ottobre, è costellato da temi molto impegnativi. A partire proprio da quella "accelerata" auspicata per il 2024 - una nuova svolta, come l'ha definita l'assessore nel corso di "Terrazza incontra la sanità privata" a Primocanale - per dare un colpo di spugna alle attese per esami e visite, con il supporto della sanità privata convenzionata. 

"Appena arrivato mi sono trovato subito a discutere il riparto finanziario", ricorda l'assessore nel ripercorrere un anno in questa veste. Per poi snocciolare i risultati: "Per la prima volta siamo riusciti a ottenere dal 'fondino' la quota del fondo sanitario il 17 per cento, che vale per la Liguria 107 milioni, a cui si aggiungono altri 70 milioni".

Il 2023 è stato anche l'anno dell'inizio della riorganizzazione della medicina territoriale: "Non abbiamo più una visione ospedale centrica ma puntiamo alle potenzialità del territorio che deve dare risposte di prossimità. Ricordo la nascita delle case di comunità, delle centrali operative territoriali, grazie ai fondi del PNRR, a cui vanno aggiunti il 116 e 117. Siamo tra le poche regioni italiane ad averlo, con la sperimentazione che parte in Asl1 a novembre", argomenta l'assessore. A questo si aggiungono le auto infermieristiche, il cui potenziamento partirà in Val Bormida e nel Tigullio il prossimo 6 novembre. 

"Abbiamo difeso con unghie e denti il decreto ministeriale 70, cioè la norma che decide quante strutture debbano esserci in regione e come debbano essere distribuite", spiega Gratarola. "Ci chiedevano i punti nascita, ne abbiamo strappati nove, abbiamo centri di eccellenza, il punto nascita di Savona, il centro di chirurgia della mano sempre a Savona, la radiologia interventistica dello spezzino". 

"Il piano socio sanitario è in valutazione e contiamo di approvarlo tra fine mese ottobre e metà novembre, appena ci sarà una seduta votante del consiglio regionale. Da Roma non abbiamo una ufficialità scritta ma c'è un parere di massina che il nostro piano sia in linea". 

E poi l'annosa questione delle liste d'attesa e di come abbatterle. Spiega l'assessore: "Sono cresciute a dismisura per periodo di stop per il covid e tutte le patologie non urgenti sono rimaste al palo, anche tutta la diagnostica ha avuto difficoltà a erogare. E appena si sono diradate le nebbie del covid, i nodi sono venuti al pettine".

Poi i dati: 13 milioni spesi nel 2022 con 160mila prestazioni ambulatoriali e 60mila di specialità, 6mila interventi chirurgici che erano rimasti bloccati. "Se da un lato dobbiamo aumentare l'offerta, dobbiamo avere la capacità di migliorare questa offerta - commenta l'assessore - Tra il 15 e il 20 per cento delle prestazioni sono inappropriate".  E poi: "Il ministro Schillaci ha detto che vuole lavorare a una authority che vada a controllare la prescrizione, noi vogliamo lavorare migliorando, creando opportunità anche di tipo informatico per far sì che il prescrittore lo faccia nel migliore dei modi".

L'intervista a Primocanale si conclude con una domanda: cosa farebbe assessore se avesse la bacchetta magica? Risponde Gratarola: "Darei un colpo per la riduzione rapida sulle liste d'attesa e chiederei di avere un po' più di agio nel personale. Oggi la grande sfida è non avere a sufficienza personale, medici e tecnici, c'è una grande crisi di vocazione. Mi domando da dove sia venuta e perché siamo arrivati a questa situazione, alcune risposte ci sono ma non mi soddisfano". 

Riguarda la puntata integrale di Terrazza incontra la sanità

 

 

 

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