Sanità

Origini popolari, di Cornigliano, figlio di un lavoratore Ilva, ha sempre voluto aiutare gli altri, ma a 68 anni dopo 27 passati a bordo dell'elicottero lascia uno dei pionieri dell'elisoccorso. E i vigili del fuoco lo ringraziano così: "Sei uno di noi"
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GENOVA -"Gli ultimi due servizi li ho svolti giovedì pomeriggio: abbiamo salvato cinque ragazzi tedeschi intrappolati su una scogliera nel tentativo di andare verso il mare e un anziano caduto sulle fasce del suo terreno a Riomaggiore, nelle Cinqueterre".

Dall'elisoccorso si conceda così, visibilmente emozionato, il dottor Paolo Cremonesi, dal 2002 primario del pronto soccorso dell'ospedale Galliera, dopo avere ricoperto lo stesso ruolo negli ospedali di Voltri e Sestri Ponente, lascia i servizi d'emergenza a bordo dell'elicottero dei vigili del fuoco, per lui una seconda pelle.

La sua emozione sembra essere la stessa dei pompieri che per l'occasione hanno celebrato il loro "medico volante" sul loro sito, con un lungo post, "grazie Paolo, uno di noi, sei stato una figura autorevole e carismatica. Se essere un pompiere è anche uno stile di approccio alle cose, a te manca solo la nostra uniforme. Un abbraccio da tutti noi".

Poi Cremonesi, intercettato nella sua casa di Pegli mentre fa le valige con la moglie prima della partenza per le vacanze, accetta di andare a pescare nel suo libro dei ricordi: "Il primo servizio risale al 1996 quando creammo insieme all'assessore alla Sanità della regione Liguria e al ministro degli Interni il primo servizio di soccorso d'emergenza nazionale con l'elicottero. La collaborazione per ventisette anni con i pompieri ci ha permesso di effettuare interventi di altissimo livello e di dare un valore aggiunto alla salvezza della vita umana, poi negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di lavorare con il secondo elicottero privato della Regione Liguria e con il corpo speleologico nazionale".

Cremonesi alla domanda su come un medico, che non deve necessariamente un Rambo, si prepara fisicamente per i soccorsi in elicottero risponde così: "Due volte all'anno facciamo le esercitazioni in piscina e in parete con i vigili del fuoco, un po' di allenamento ognuno di noi lo fa in base alla proprie passioni e proprie esperienze e poi è importante trovarsi pronti quando si fanno i test in parete, in ambienti impervi e ostili e ovviamente in piscina".

Quando ha fatto il primo intervento in elicottero aveva già una preparazione adeguata?

"Prima di diventare operativi abbiamo fatto una preparazione nella parete della caserma del comando provinciale dei pompieri dove ci siamo allenati con l'utilizzo del verricello".

Non soffre di vertigini?

"No, per fortuna no, sennò sarebbe impossibile fare questa attività".

Il servizio più importante che l'ha toccata di più?

"Ne ricordo tanti, uno è quella sulla gasiera della Snam Portovenere, era mattina presto prima delle sette, ci verricellammo a 15 miglia al largo sui questa nave, purtroppo c'era già un numero significativo di operatori morti, altri, ne ricordo tre, riuscimmo a salvarli, uno nonostante fosse già sotto un telo bianco lo salvammo perchè vidi un suo dito del piede che si muoveva. Con quell'uomo siamo ora diventati amici e ci sentiamo ad ogni commemorazione della tragedia. Poi ricordo la tragedia dell'aereo Dornier che uscì dalla pista dell'aeroporto Colombo provocando alcuni morti, ricordo casi di trasporti urgenti con bambini, ricordo l'evacuazione dei passeggeri delle due cabina della funivia di Montallegro a Rapallo rimaste bloccate a 35 metri di altezza"

Il momento che ha avuto più paura?

"Mah, lavorare con i vigili del fuoco è una sicurezza, perchè si lavora sempre o con i sommozzatori o con i Saf, c'è sempre qualche momento delicato, per esempio quando c'è il vento di traverso e si va in rotazione mentre si scende o si sale, diciamo che si lavora sempre in modo professionale, con operatori molto preparati, c'è sempre la sicurezza di essere in una situazione di pericolo controllato e assistito".

Oggi è anche molto pericoloso lavorare al pronto soccorso, tante attese, tanti pazienti e personale ridotto al lumicino...

"Sì ha ragione, le due problematiche vere sono: troppa gente viene al pronto soccorso e le risorse, medici e infermieri, che non vogliono più lavorare al pronto soccorso, troppe notti, stipendio non adeguato, troppi week end di lavoro, aggressioni verbali e fisiche al personale, quindi i nostri pronto soccorso, in Liguria come in Italia, si stanno svuotando di personale, questo mix crea problemi".

Lei ha mai avuto fisicamente paura al pronto soccorso?

"Fisicamente no, ma come tutti abbiamo subito le aggressioni verbali o fisiche da parte di qualche paziente in abuso alcolico, con problematiche psichiatriche, sotto sostanze, questo purtroppo fa parte, ed è triste dirlo, della quasi normalità".


Perché ha scelto di fare il medico?

"Io sono nato nel mondo del volontariato, alla Croce Bianca di Cornigliano, dove abitavo, quindi è lì che ho maturato la passione dell'assistenza, in età giovanile e non ho mai cambiato idea e sono felicissimo della mia scelta professionale e non ho mai pensato a un altro lavoro".

I suoi genitori che lavoro svolgevano?

"Il papà lavorava all'Italsider, la mamma impiegata in Comune

Sta per partire per le vacanze: come le trascorrerà?

"Due cose, passeggiate e bicicletta"

Dove andrà?

"A Limone Piemonte prima e poi nelle Langhe, ad Alba poi".

 

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