Sanità

Dal 50 per cento di resilienti - ovvero il contrario di fragili - bisogna raggiungere una percentuale del 60 o 70 per cento
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E' necessario investire per diminuire il numero dei pazienti fragili - e molti sono anziani - nella nostra regione e aumentare la resilienza, dal 50 al 70 per cento: l'analisi del direttore della geriatria dell'ospedale Galliera di Genova Alberto Pilotto è molto chiara, e anche il PNRR ha messo a disposizione fondi per lavorare in questa direzione. 

 

Cosa è la fragilità? "Uno stato di vulnerabilità che fa sì che un evento stressante, di una malattia, di una infezione, ma anche un evento di natura familiare, una caduta, comporta una perdita dell'equilibrio e questa perdita fa apparire che il decadimento successivo a questo evento sia molto rapido", spiega il direttore Pilotto. Che continua: "Più si entra nell'età anziana e più la situazione di fragilità è evidente, minori sono le capacità di risposta positive. Quel che noi definiamo la resilienza: la capacità di rispondere in maniera positiva di fronte a uno stress. Tutto il contrario della fragilità: non abbiamo altre armi se non quella di trasformare la fragilità in resilienza".

I dati devono e possono essere migliorati: "Più la persona è fragile e più è rapida l'evoluzione negativa. Fortunatamente la prevalenza di fragilità nella popolazione generale è del 15 per cento, poi c'è un 30 per cento di prefragili, e la metà dei soggetti ultra 65 che vivono al loro domicilio (dati raccolti a Genova) non sono affatto fragili", spiega Pilotto.

"Dobbiamo fare in modo, è compito della geriatria, di ridurre la fragilità, anche con tanti percorsi che si stanno svolgendo grazie al PNRR che ha dedicato alla persona anziana molti progetti. Questo 50 per cento (di resilienza, ndr) è troppo basso: bisogna ridurre la fragilità e portare la percentuale di resilienti da un 50 a un 70 per cento".