Sanità

Sui test sierologici nessun dubbio, non devono servire a posticipare la terza dose
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Tre no vax ricoverati in rianimazione e un aumento di casi di pazienti Covid positivi in arrivo al pronto soccorso del Galliera, una situazione che non si vedeva dallo scorso maggio e che preoccupa Emanuele Pontali direttore delle malattie infettive dell'ospedale del centro del capoluogo ligure.

"Negli ultimi giorni abbiamo visto un aumento dei casi in arrivo anche al pronto soccorso sia di persone che sapevano di essere positive e che hanno avuto un peggioramento di sintomi a casa - spiega Pontali - sia di persone che hanno scoperto di avere il Covid all'arrivo in ospedale". I pazienti ricoverati sono in maggioranza non vaccinati e in parte sono anziani in attesa della terza dose. "Fare la terza dose è fondamentale - sottolinea l'infettivologo - stiamo sentendo che va a rilento ma è importantissima perchè molti anziani si sono vaccinati all'inizio dell'anno quasi un anno fa e abbiamo imparato che l'efficacia del vaccino passati i 6 mesi senza terza dose scende, vero che queste persone hanno forme in genere più live proprio perchè comunque un po' di coperture c'è".

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La preoccupazione è che non solo i contagi continuino ad aumentare ma che aumentino gli ospedalizzati e soprattutto i numeri in terapia intensiva. 

"L'epidemia di Covid sta galoppando - ricorda - mentre quella dell'influenza deve ancora presentarsi e per questo è urgente fare la vaccinazione contro il Covid.

Abbiamo la maggioranza dei pazienti che non è vaccinata tra questi ci sono persone con quadri estremamente gravi e abbiamo toccato da ieri sera il terzo caso di rianimazione in contemporanea che ci riporta, per il nostro ospedale, alla situazione di maggio, non avevamo così tante persone con il Covid in rianimazione dal maggio scorso e questo è un segnale di allarme, per questo bisogna insistere sulla vaccinazione che è l'unica cosa che ci può salvare in questo momento oltre ovviamente ai nostri comportamenti."

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Altro tema caldo il test sugli anticorpi: per molti sembra essere un'abitudine da fare come le analisi del sangue come se questo numero potesse darci più sicurezza, soprattutto in vista della terza dose in molti sono corsi a fare il test sierologico per vedere quanti anticorpi hanno sviluppato ma servono veramente? Pontali non ha dubbi.

"Il test sierologico dopo aver fatto la vaccinazione completa mi può dire se io ho avuto una risposta ma non mi dice quanto mi protegge, se trovo valore alto vuol dire che mio organismo ha risposto alla vaccinazione, ha imparato a difendermi, poco o tanto non lo posso dire, dal coronavirus. Sappiamo però che passati almeno 6 mesi questa capacità di protezione cala e non è direttamente legata al numero perchè abbiamo visto anche persone gravi con anticorpi alti e persone con forme lievi con pochi anticorpi o nessuno. Gli anticorpi ci servono a dire se ho risposto o non ho risposto alla vaccinazione".

I casi aumentano soprattutto tra i bambini sotto i 12 anni per cui al momento non è ancora prevista la vaccinazione ma secondo l'infettivologo Pontali i problemi maggiori per il contagio sono tra i ragazzi più grandi: "I guai per nonni e genitori li vediamo di più per gli adolescenti e gli universitari perchè l'interazione e la promiscuità è più alta fuori dall'aula scolastica, si vedono di più fuori e quindi aumenta il rischio anche per chi è a casa".