Sanità

A oggi sono sette i professionisti medici che ogni giorno lasciano il sistema sanitario nazionale, e questo è legato a un vero problema di numeri
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GENOVA - “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”, è questo il titolo del convegno nazionale organizzato da Anaao Assomed, il sindacato dei dirigenti medici, che si sono dati appuntamento al palazzo della Meridiana. Regione Liguria sì è messa all’opera per riattivare i posti fissi della polizia all’interno dei pronto soccorso degli ospedali genovesi, già presenti al policlinico San Martino e al Galliera. Il prossimo step sarà quello di intervenire al Villa Scassi di Sampierdarena, teatro di diversi episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari.

L’esperienza del covid, che ha acuito una situazione già esacerbata, dove il “saremo tutti più buoni, la pandemia ci ha migliorati”, era solo uno slogan, perché nella realtà così non è stato. Ma non tutto è attribuibile a Sars-Cov-2, il vero elemento di rottura, in questi lunghi anni, è stato il mancato investimento sulla sanità pubblica. Cambiavano i governi, i colori dei partiti politici, ma quello che non sembra mutare, nel corso del susseguirsi degli esecutivi, è il mancato investimento sul ruolo centrale della sanità.

Una denuncia che arriva da più fronti, dagli esponenti di Anaao Assomed al presidente dell’Ordine dei medici di Genova Alessandro Bonsignore. La richiesta è sempre una: basta tagli, manca il personale ed è fondamentale che si porti avanti una politica diversa a sostegno degli operatori del mondo socio-sanitario. 

"Il grido d'allarme è inerente a una condizione di lavoro che oramai è arrivata vicino a un punto di non ritorno, aggrediti, sfruttati, sottopagati e non riconosciuti professionalmente se ne vanno dal sistema, l'unico modo per arrestare questa emorragia è quello di investire sul professionista" spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed.

A oggi sono sette i professionisti medici che ogni giorno lasciano il sistema sanitario nazionale, e questo è legato a un vero problema di numeri. "Siamo pochi medici, molti sono andati in pensione e molti andranno. Questo fa sì che ci siano turni di lavoro massacranti, che la popolazione è costretta ad attendere troppo per fare degli esami e per questo noi speriamo molto nelle nuove leve che però su certi concorsi vanno proprio a vuoto aggiunge Raffaele Aloi, segretario Anaao Assomed Liguria. In Regione si sta assistendo a una carenza di professionisti che vogliono lavorare in pronto soccorso, i posti sono disponibili ma le nuove leve preferiscono andare all'estero o scegliere altri ambiti

"I posti fissi ci sono sempre stati e il fatto che le strutture sanitarie siano presidiate è importante, si tratta di un sistema di controllo che oltre alla legge contro le violenze sugli operatori è fondamentale e anche noi come Ordine dei Medici lo abbiamo voluto fortemente - ribadisce il presidente dell'Ordine dei Medici di Genova Alessandro Bonsignore -. Sono però situazioni che contrastano il fenomeno, sì, ma non alla radice, dove invece bisognerebbe andare".