Sanità

A Terrazza Incontra la sanità pubblica e privata l'assessore alla sanità, il direttore di Alisa e i nuovi direttori a capo di Galliera e S. Martino
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"La mancanza di personale indebolisce il sistema regionale: c'è mancanza di vocazioni, un allontanamento dal mondo della medicina, il camice bianco non è più meta per i giovani, e questo è un problema determinante. Occorre la modifica di alcune norme e una sostanziale modifica del contratto nazionale di lavoro", sono queste le parole di Angelo Gratarola assessore regionale alla Sanità, a Primocanale in apertura di Terrazza incontra la sanità pubblica e privata. Un momento di confronto, con due tavole rotonde dedicate, per fare il punto sullo stato della sanità in Liguria.

Proprio il problema della carenza di medici e della mancanza di vocazione per alcuni settori come l'emergenza urgenza resta uno dei punti focali della fotografia della sanità ligure e nazionale: "Se molti medici si licenziano dal mondo pubblico per andare a lavorare dentro a cooperative dove hanno anche meno protezione significa che vi è una ricerca di aspetti economici migliori e questo deve far riflettere noi e soprattutto il ministero", continua l'assessore. 

Solo la settimana scorsa la visita del ministro della Sanità Schillaci in Liguria, a Sanremo, a cui la Liguria ha potuto indirizzare richieste precise in tema sanità, come spiega l'assessore Gratarola: "Al ministro abbiamo chiesto - accanto alle richieste economiche - l'orientamento da parte dell'ateneo per alcune specialità; per ciò che attiene alla medicina di famiglia chiediamo di togliere molte incompatibilità, almeno per un certo periodo, per scavallare questo momento di difficoltà. Questo sembra esser stato accolto dal ministro il quale per due volte ha detto di mandare alla sua segreteria una serie di riflessioni che stiamo pensando e razionalizzando in questi giorni" .

Sul nodo delle liste d'attesa: "Uno dei modi per affrontare le liste d'attesa è quello di generare la domanda attraverso l'appropriatezza. Se io applico linee guida e criteri che siano universalmente accettati dalla letteratura scientifica riesco a proporzionare la risposta e attraverso risposte specifiche risolvo il problema. Potrei generare offerte infinite ma avrei altrettante domande infinite", continua Gratarola. 

Dal primo marzo sarà in carica al S. Martino Marco Damonte Prioli, il nuovo direttore generale del Policlinico: "Con Salvatore Giuffrida abbiamo condiviso trenta anni di sfide personali e professionali. C'è un solco delle sfide del Policlinico da seguire, questo solco deve portarlo a diventare un riferimento a livello non solo nazionale ma internazionale senza dimenticare il ruolo che il San Martino ha all'interno della salute ligure. Noi siamo qui e lavoriamo per dare servizi ai nostri cittadini e vorrei che il Policlinico continuasse a evolvere in questo suo ruolo e funzione. Col Policlinico e con il precedente direttore generale avevamo iniziato una serie intensa di collaborazioni e la nostra sfida era proprio quella di cercare di definire alcuni percorsi sul territorio. Il S Martino ha immense capacità di crescita: la collaborazione con le università è un tema su cui dobbiamo lavorare per dare voce a questo grosso insieme di professionalità", racconta a Primocanale lo stesso Damonte Prioli, facendo il punto sulle sfide già a inizio di questo percorso nel nuovo ruolo. 

Sarà sempre più un Policlinico ultraspecializzato? "E' chiaro che deve essere l'hub di riferimento della Liguria. Le specialità tipiche del San Martino devono continuare a essere al San Martino ma non disdegnerei l'allargamento verso le altre aziende come il Gaslini diffuso e altri progetti", commenta il neo direttore generale.

A confermare che gli ospedali dovranno avere una mission specifica è Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa: "Sappiamo che dobbiamo dare mission precise ai vari ospedali. San Martino è il nostro hub, con loro condivideremo obiettivi specifici di produzione, in alcuni ambiti sarà ancor più responsabilizzato per fornire ai nostri cittadini prestazioni di medio e alto, altissimo livello. Continuiamo un processo già iniziato".

A intervenire è anche Francesco Quaglia, il nuovo direttore dell'ospedale Galliera: "Ho preso l'incarico il 1 gennaio dopo 14 anni di esperienza regionale in vari ruoli tra cui gli ultimi 7 come direttore generale della sanità", spiega Quaglia. Che ha davanti a sé diverse sfide: "Il Galliera non solo deve essere integrato pienamente con una programmazione regionale. Il primo obiettivo è di gestione elevato, perché questo ospedale ha 5 anni di attività ancora nel vecchio edificio, deve poi iniziare le attività nel nuovo ospedale al quale stiamo lavorando e per il quale abbiamo interrogativi ancora aperti. Per 5 anni dunque l'ospedale lavora nella struttura che oggi ha. Il Galliera resta un ospedale che progetta un alto livello di specialità e che deve agire in correlazione con gli altri ospedali".

Spetta al direttore di Alisa tracciare quel che vedremo nei prossimi due anni: "Dobbiamo traghettare la nostra regione al 'core standard' della sanità della seconda metà di questo decennio. Popolare le case di comunità, un contratto nuovo per i medici di medicina generale. Avremo le regole, sapremo come popolare la rete di prossimità. Dobbiamo potenziare da subito questa rete". Continua Ansaldi: "Le case di comunità saranno il nuovo punto unico di accesso per il cittadino che si recherà lì quando avrà un problema. Azioni importanti saranno legate al link ospedale territorio, dovremo aumentare la residenzialità, migliorare le strutture post acuti".

"La mission dell'ospedale è occuparsi dell'acuto sia in elezione sia in urgenza. Dobbiamo cambiare la percezione del cittadino: l'ospedale non è il posto dove si va a risolvere il problema, è il territorio il posto dove si trova questa soluzione", dichiara Ansaldi. Che chiude così: "E' una rivoluzione, ci vuole del tempo, deve cambiare la mente dei professionisti e la percezione della popolazione". 

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