Sanità

L'infettivologo sottolinea la differenza con il 2020, quando non c'erano i vaccini
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"Così come sono concepiti oggi i conteggi dei malati covid stanno mettendo in difficoltà la Liguria. Bisogna modificare i parametri rispetto al 2020, quando non c'erano i vaccini. Oggi, infatti, chi arriva in ospedale ed è veramente colpito dal covid accusa sintomi pesanti e presenta un quadro clinico complicato che ormai ben conosciamo: polmonite interstiziale, difficoltà di respirazione etc etc. Ma si tratta del 40% del totale. Gli altri arrivano per altri motivi: chi si rompe una gamba, chi viene ad effettuare la dialisi e così via. A costoro vengono, da prassi, fatti i tamponi e risultano positivi ma non vanno considerati come malati covid". Lo ha voluto ribadire a chiare lettere il professor Matteo Bassetti, direttore malattie infettive della Liguria, nella consueta rubrica "Il medico risponde" condotta su Primocanale da Tiziana Oberti.

La Liguria, infatti, è già approdata nella cosiddetta zona gialla e rischia di finire addirittura in fascia arancione dopo le feste per l'aumento dei contagi, molti dei quali, tuttavia, come ha sottolineato Bassetti, non sono veri e propri malati covid. Dovrebbe essere il Governo a modificare i criteri di valutazione per evitare conseguenze negative sulla vita delle persone, sull'economia e, in generale, sul clima che si sta vivendo, in taluni casi di autentico ed ingiustificato terrore.

Per quanto riguarda le misure adottate dal Governo e le imminenti festività natalizie, Bassetti ha commentato: "Chi ha completato il ciclo vaccinale con la terza dose, può tranquillamente godersi il cosiddetto cenone. Gli altri devono adottare con maggior rigore le regole di autoprotezione. Ma ricordiamo che a rischiare di più sono soprattutto i completamente non vaccinati, che rischiano di contagiarsi anche attraverso il contatto con i vaccinati positivi, che esistono, ma che tranne i casi di quelli con comorbidità non accusano sintomi pesanti".

Infine, sulla variante Omicron, Bassetti ha spiegato: "Non sarà l'ultima, purtroppo ce ne saranno altre. Dai dati in nostro possesso sembra comunque confermato che sia molto più contagiosa ma meno aggressiva della precedente, ovvero la delta".