Sanità

La sfida ora recuperare l'impatto del Covid sull'oncologia
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GENOVA - "La prossima pandemia sarà quella del cancro, ma abbiamo le misure per affrontarla". Così a Primocanale Paolo Pronzato coordinatore del dipartimento interaziendale regionale oncoematologico ligure e direttore dell'oncologia medica 2 del Policlinico San Martino di Genova.

"L'invecchiamento della popolazione produrrà effetto l'aumento del numero di nuovi casi osservati di tumore per esempio di tumore della mammella - spiega Pronzato - io nel 2010 parlavo di quarantamila casi all'anno e oggi devo dire che ce ne sono più di cinquantamila perché è aumentato il numero di nuovi casi osservati soprattutto tra le donne in età più avanzata".

Già prima della pademia da Covid l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva messo in guardia contro un forte incremento di casi di cancro tra il 2020 e il 2040. In Italia l’Oms prevede un aumento dell’incidenza di cancro da 415 mila a 495 mila casi e della mortalità per tumori da 175 mila a 229 mila persone l’anno. In generale ci saranno più casi anche perché gli strumenti terapeutici sono sempre più efficaci, la sopravvivenza dei pazienti è migliorata, così come la qualità della vita, e in molti casi il tumore può diventare una malattia cronica.

Nel 2030 il cancro potrebbe uccidere oltre 13 milioni di persone l’anno, un numero quasi doppio rispetto al 2008. Dato dell’International Agency for Research on Cancer (IARC). Salirà invece a 21,4 milioni di nuovi casi l’anno l’incidenza rispetto ai 12,7 attuali. Le stime sono quelle ottenute grazie all’elaborazione dei dati contenuti in un nuovo database dello Iarc (Globocan), che per la prima volta traccia una mappa affidabile della diffusione dei tumori nel mondo.


"Noi sappiamo oggi che alcune terapie possono essere somministrate molto tranquillamente anche a persone in età avanzata o fragili e quindi dobbiamo offrire anche a queste donne la possibilità di guarire".


"In Liguria abbiamo circa 1600 nuovi casi all'anno e i dati certificati ci dicono che il 90% dei casi guarisce - conclude Pronzato - non bisogna aver paura di un eventuale ritardo dello screening ma bisogna affrontarlo adesso, così le pazienti continueranno a guarire in una percentuale così elevata, il risultato di questo elevato tasso di guarigione è che oggi abbiamo qualche decina di migliaia di donne in Liguria che hanno ricevuto una diagnosi diversi anni fa fondamentale quindi avere degli stili di vita corretti: molte persone hanno capito definitivamente che il fumo è il maggior nostro nemico ma non bisogna dimenticare che dietro l'angolo c'è il rischio della sedentarietà e di una alimentazione poco adeguata".

I tumori non sono più una malattia solo dei Paesi ricchi, ma anche dei Paesi in via di sviluppo per questo da molti è definita una epidemia globale. I numeri infatti dimostrano che più della metà dei casi (56%) si verifica ormai nei Paesi in via di sviluppo, dove si concentra anche il 63 per cento dei decessi.

L'impatto del Covid sull'oncologia, così come in tutti gli aspetti della sanità, è innegabile: screening rallentati, meno diagnosi e spesso in stato più avanzato per questo la sfida ora è prepararsi ad affrontare questa impennata di nuovi casi anche con nuove strutture, operatori e spazi adeguati.

 

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