
L’ondata di calore che ha investito Genova e la Liguria dal 28 giugno al 5 luglio ha riservato una sorpresa: nonostante la sua intensità e precocità, non si è registrato un aumento significativo della mortalità, a differenza di quanto accaduto in passato durante eventi simili. "Ci aspettavamo un incremento dei decessi, come nelle ondate precedenti, ma così non è stato - spiega a Primocanale Ernesto Palummeri, responsabile ondate di calore della Regione Liguria - solo nei giorni centrali dell’ondata si sono contati due o tre decessi che potrebbero aver avuto il caldo come concausa".
Ondate di calore: sfida crescente
Questo dato positivo, tuttavia, va interpretato nel contesto di un clima in rapido cambiamento, che rende le ondate di calore una minaccia crescente per la salute pubblica, soprattutto per anziani e persone con patologie croniche. "Le ondate di calore rappresentano una sfida crescente, ma grazie a una sorveglianza attenta, campagne di prevenzione e una risposta sanitaria efficace, è possibile limitare l’impatto mortale - sottolinea Palummeri - la Liguria, e Genova in particolare, stanno dimostrando come esperienza e preparazione possano mitigare gli effetti di eventi climatici estremi, anche in un contesto di rischio crescente".
Meno morti grazie alla prevenzione
Dal punto di vista scientifico, il riscaldamento globale ha innalzato le temperature estreme nelle città europee di 2-4 gradi, triplicando il numero di decessi legati al caldo rispetto a scenari senza cambiamenti climatici. Tuttavia, "a Genova l’incremento dei decessi è stato minimo, grazie - secondo quanto riferito da Palummeri - anche all’efficacia delle misure di prevenzione e gestione del rischio, come il sistema nazionale di monitoraggio e intervento mirato sulle fasce più vulnerabili della popolazione".
Estate 2003 anno record per mortalità da caldo
Il confronto con l’estate del 2003, anno record per mortalità da caldo, è netto: allora, Genova vide nel mese di agosto 844 decessi tra i residenti contro una media di circa 600.
"Considerando che questa è la prima vera ondata di caldo precoce dal 2003, l’assenza di un aumento significativo dei decessi è un segnale positivo, frutto delle campagne di informazione e prevenzione diffuse non solo nelle RSA ma anche nella popolazione generale" aggiunge Palummeri.
Secondo il responsabile regionale delle ondate di calore la riduzione dell’impatto letale del caldo si deve a diversi fattori: piani di prevenzione nazionali e locali con monitoraggio costante, protocolli specifici nelle strutture per anziani per garantire idratazione e controllo ambientale, consapevolezza diffusa tra la popolazione e miglior gestione clinica degli effetti del caldo, come disidratazione e scompenso cardiaco.
Palummeri conclude con un monito: "Non aver avuto un incremento di mortalità durante un'ondata di caldo precoce che non avevamo mai vissuto è un segnale positivo che testimonia l’efficacia delle strategie messe in campo, ma non bisogna abbassare la guardia, il rischio di eventi ancora più intensi e frequenti è destinato a crescere nei prossimi anni".
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IL COMMENTO
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