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GENOVA - "In Italia ci sono 1500 farmacie galeniche, di cui 90 in Liguria. Il problema della carenza di farmaci è diventato via via negli ultimi anni sempre più significativo, anche a causa del Covid". Lo dichiara Stefano Mai, Capogruppo della Lega in Regione Liguria che chiede che sia permesso alle farmacie di avere un laboratorio galenico all’interno di locali aggiuntivi.

"Le farmacie hanno quindi aumentato le preparazioni galeniche per fornire ai cittadini medicinali che talvolta diventano introvabili. Con un emendamento al collegato, che ho presentato in Consiglio regionale - continua -, e che è stato approvato all'unanimità dall'Assemblea, ho voluto colmare un vuoto normativo contenuto nella legge 41 del 2006. Ho chiesto, dunque, che alle farmacie venga permesso di avere un laboratorio galenico all’interno di locali aggiuntivi, disgiunti e/o diversi da quelli dedicati alla dispensazione di farmaci, destinato solo alle preparazioni galeniche e non alla vendita, ubicato nel medesimo Comune della farmacia territoriale".

"Entro settembre la Giunta regionale approverà le linee guida che andranno a definire le caratteristiche che dovranno avere tali locali".

 

GENOVA - I liguri in attesa di trapianto o trapiantati e l'eventuale accompagnatore potranno ricevere il rimborso da parte delle Asl anche se l'ospedale è nella stessa provincia di residenza mentre fino ad ora il rimborso poteva avvenire solo nei casi in cui la struttura sanitaria fosse ubicata in una provincia diversa da quella di residenza del paziente.

Il Consiglio regionale, nella seduta a oltranza di ieri, ha approvato la modifica alla legge regionale n.26 del 06/08/2001.

 

GENOVA - A Imperia per una visita cardiologica con priorità D si può aspettare anche 159 giorni, per una mammografia con priorità D nello spezzino si arriva addirittura ad attenderne 253, che possono diventare 318 giorni nell'Imperiese per un ecocolordoppler con priorità D. Per un'ecografia addominale completa con priorità D a Genova si registrano tempi di attesa pari a 270 giorni, quasi cinque volte superiori a quelli previsti dalla legge.

È quanto emerge da un'analisi di Cittadinanzattiva sui tempi d'attesa per 6 diverse tipologie di visite specialistiche ed esami diagnostici - visita cardiologica, ginecologica, pneumologica, oncologica, ecografia addominale, mammografia - in 12 grandi Asl di quattro Regioni: Lazio, Emilia Romagna, Liguria e Puglia.

Non si è fatta attendere la risposta di Regione Liguria: "In merito ai dati diffusi da Cittadinanza Attiva sulle liste d’attesa con i dati che riguardano il territorio ligure, vanno chiariti alcuni elementi che non emergono dal report di Cittadinanzattiva: le agende, infatti, sono in continuo aggiornamento, per cui, specie per le visite differibili e programmabili, la possibilità di prenotare una prestazione può nel giro di qualche giorno cambiare e l’attesa ridursi sensibilmente. Tra i casi presi in esame dal report, si può citare il caso della visita cardiologica (priorità D, 30 giorni) che in ASL1 viene indicata disponibile a 159 giorni, ma nell’ultimo report del 25 luglio, il tempo d’attesa scende addirittura a soli 2 giorni".

"Altro elemento da considerare è quello della possibilità di ottenere la prestazione in un territorio diverso da quello della propria ASL, riducendo il tempo d’attesa: nel report viene citata una attesa superiore a quanto previsto per la mammografia con priorità P, ma la stessa prestazione è prenotabile in ASL 4 entro i termini previsti. Discorso analogo può essere effettuato per l’ecografia addominale con priorità D (che a Genova supera i tempi d’attesa, ma nelle ASL 2 e 4 rientra abbondantemente nei limiti previsti). I cittadini in questi casi possono quindi ridurre l’attesa, prenotando la prestazione nel territorio confinante. Utilizzando il portale Prenoto Salute, queste possibilità sono chiaramente individuabili.

"Va inoltre considerato che ogni ASL ha a disposizione un servizio dedicato di recupero prestazioni, attraverso il quale (con una mail o il numero verde presenti sul sito dell’azienda sanitaria) è possibile richiedere la presa in carico diretta, nel caso in cui i tempi d’attesa non rientrino nei limiti previsti".

GENOVA - Genova è la prima città in Italia nella prevenzione e nel contrasto di obesità e diabete, grazie al progetto innovativo "Gli anelli del benessere" che vuole traguardare stili di vita corretti, con l’ausilio della tecnologia e del marketing territoriale. Gli anelli sono percorsi che toccheranno tutte le aree di Genova, studiati non solo per la salute ma anche per far ammirare ai cittadini le opere d'arte della città: per il momento ne sono stati creati cinque ma sono in fase di studio nuovi anelli.

Il progetto, che coinvolge oltre 40 città nel mondo di cui otto italiane, si propone di valutare l’impatto dell’urbanizzazione sulle patologie croniche non trasmissibili, in particolare diabete e obesità, per arrestare la curva di crescita del diabete attraverso l’azione sui fattori modificabili come alimentazione, attività fisica e corretti stili di vita in generale.

Un riconoscimento importante, che arriva dalla multinazionale farmaceutica danese Novo Nordisk nel quadro del progetto internazionale Cities Changing Diabetes, promosso nel 2014 dall’University College of London e dallo Steno Centre di Copenhagen con il supporto di Novo Nordisk, e coordinato in Italia dall’Health City Institute.

"Sono estremamente soddisfatto di questo risultato. I progetti sviluppati includono iniziative che promuovono una dieta sana, incoraggiano l'attività fisica e sensibilizzano la popolazione sul diabete e i suoi fattori di rischio, sfruttando anche le nuove tecnologie, come app dedicate al benessere e all'interattività dei cittadini – commenta l’health city manager Luciano Grasso – Gli anelli del benessere rappresentano l'evoluzione tecnologica e territoriale sia a livello nazionale che internazionale, del progetto L’arco del benessere che prese avvio nel 2019, nella provincia di Imperia. Sono fiducioso che, nei prossimi mesi e anni, Genova e health city Genoa possano essere considerate un modello virtuoso, esportabile in tutta Italia e in Europa. Grazie alla collaborazione con altre città e all'accesso a risorse e conoscenze condivise, Genova può beneficiare di un approccio integrato e multidisciplinare per affrontare questa importante problematica sanitaria".

"Genova, con il suo mare e i suoi spazi verdi outdoor, offre un ambiente unico che invita a scoprire uno stile di vita sano, dalle passeggiate sul litorale a quelle lungo le antiche creuze fino alle zone collinari. Un contesto ideale, quindi, per sviluppare questo progetto rivolto ai cittadini dell’area metropolitana: oltre 800mila persone, di cui il 30 per cento over 65 – spiega l’assessore al Marketing territoriale Francesca Corso – L’obiettivo del progetto Gli anelli del benessere è proprio quello di educare i cittadini, in particolare i giovani, a perseguire stili di vita sani, semplici e accessibili, con attività all'aria aperta: elementi fondamentali per ridurre l'obesità e di conseguenza per arrestare la curva di crescita del diabete, che tra Genova e città metropolitana coinvolge circa 75mila persone".
   
Gli anelli del benessere si basa sulla condivisione di conoscenze, sull'instaurazione di partenariati e su interventi mirati di prevenzione attraverso uno screening di massa sulla popolazione dell’area metropolitana genovese, per individuare i soggetti di tutte le età che, nel corso degli anni, rischiano di sviluppare un quadro di sindrome metabolica e/o di diabete.

"La salute dei cittadini è una delle priorità di questa amministrazione, come dimostrano la partecipazione di Genova alla rete mondiale di Cities Changing Diabetes e il riconoscimento  ottenuto dal progetto Gli anelli del benessere. Inoltre, Genova è l’unica città italiana ad essersi dotata della figura dell’health city manager, che nasce dalla collaborazione tra Health City Institute, Università La Sapienza di Roma e ANCI e che ha il compito di promuovere il benessere della comunità – afferma l’assessore ai Servizi sociali Lorenza Rosso – Oggi, grazie alla collaborazione con altre città e alla condivisione di risorse e conoscenza, Genova può contare su un approccio integrato e multidisciplinare per il contrasto al diabete e all’obesità, malattie purtroppo assai diffuse anche a causa di alimentazione e stili di vita non corretti".

"La figura dell’health city manager rappresenta proprio un elemento bridge fra la popolazione, l’amministrazione e le autorità sanitarie per implementare dei programmi di prevenzione e costruzione di un percorso sul benessere e la qualità di vita – dice Andrea Lenzi, presidente dell’Health City Institute e del CNBBSV della presidenza del Consiglio dei ministri – Un professionista che possiede le capacità di interazione con gli altri attori del sistema così da programmare nel medio e lungo periodo azioni per migliorare la città nei termini di comunità che cresce in salute, in un programma che riguarda non le singole competenze, ma il senso di bene comune da costruire e in tal senso Genova è stata la prima città a dotarsi di questa figura dall’alto profilo professionale".