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Le patologie cardiovascolari causano più morti dei tumori, anche se grazie ai progressi della medicina oggi la mortalità a un mese per chi arriva in ospedale per un infarto è solo del 5 per cento: lo ha spiegato al Medico risponde Sergio Agosti, dirigente medico cardiologia Asl3: "L'infarto è una patologia rilevante dal punto di vista epidemiologico. E' la prima causa di morte nei Paesi industrializzati, più dei tumori. Il 35-40 per cento dei decessi in Italia è dovuto infatti a una patologia cardiovascolare. Fino a 30 anni fa la probabilità di morire di infarto era del 30-40 per cento, oggi per fortuna questi numeri sono notevolmente scesi. La mortalità a un mese dei soggetti che arrivano in ospedale per infarto è sotto al 5 per cento", spiega il cardiologo.

GENOVA - Il tumore dell’ovaio è considerato ancora oggi uno delle neoplasie ginecologiche più gravi per la sua aggressività biologica e per la difficoltà di formulare tempestivamente una diagnosi in fase precoce. Per migliorare sempre di più la conoscenza e l’attenzione verso questo tumore, lunedì 8 maggio si celebra la Giornata mondiale sul tumore ovarico.
 
"In Liguria, ogni anno, circa 130 donne si ammalano di tumore ovarico e circa 500 sono in cura, ad oggi, per questa malattia – sottolinea l'assessore alla Sanità di Regione Liguria - i tumori ginecologici sono neoplasie estremamente complesse che devono essere trattate in centri specializzati che garantiscano un approccio multidisciplinare che si traduce in un significativo miglioramento della cura, della sopravvivenza e della qualità di vita e all’interno dell’ospedale Policlinico San Martino – continua l’assessore - esiste un gruppo di lavoro che si occupa nello specifico delle neoplasie ginecologiche".
 
"È fondamentale diffondere consapevolezza circa un tumore assai difficile da diagnosticare precocemente ricordando che informazione e diagnosi tempestiva sono fattori decisivi per cambiare positivamente la storia evolutiva della malattia e la sua prognosi – sottolinea Serafina Mammoliti, oncologo medico e coordinatrice DMT (Disease Management Team) neoplasie ginecologiche del Policlinico San Martino – ricordando che si tratta di una malattia subdola che tende a rimanere silente per lungo tempo".
 
I sintomi più frequenti sono molto vaghi e possono essere, ad esempio, aumento di volume dell’addome, difficoltà a digerire ed eventuali dolori addominali. In presenza di tali sintomi, che perdurano nel tempo, è bene recarsi dal medico di famiglia, dal ginecologo o all’oncologo medico, solo in caso di urgenza, è possibile rivolgersi al Pronto Soccorso.
 
Ad oggi non esiste uno screening efficace in questa patologia, ci sono fattori di rischio maggiormente associati allo sviluppo del tumore ovarico che sono fattori ormonali (menopausa tardiva, infertilità, endometriosi) e fattori eredo- familiari, In circa il 20% dei casi sono presenti infatti mutazioni genetiche a carico dei geni BRCA1\2: “Da qualche anno, tutte la pazienti affette da neoplasia epiteliale dell’ovaio vengono invitate ad eseguire il test genetico a titolo gratuito, possono inoltre accedere a consulenza genetica anche le donne sane con storia familiare positiva per tumore ovarico e\o mammario, dopo una consulenza genetica, se indicato, vengono sottoposte al test. Dopo un lungo periodo che possiamo definire “grigio” – continua Mammoliti - gli oncologi attualmente sono molto entusiasti in quanto, negli ultimi anni sono stati utilizzati nuovi farmaci denominati “parp inibitori”, che hanno dato ottimi risultati nelle pazienti portatrici di mutazione genetica ma non solo.  È recente il loro utilizzo anche nelle donne che non hanno la mutazione. Per la prima volta, dopo tanti anni di ricerca, è aumentata la sopravvivenza delle nostre pazienti. Possiamo quindi sempre di più parlare di tumore ovarico come ‘malattia cronica’".
 
 
DA SAPERE
 
Che cos’è il test genetico BRCA
Il test genetico BRCA è un esame di screening per la ricerca delle alterazioni dei geni BRCA1 e 2 associate a un maggiore rischio di sviluppare tumori ovarici e tumori della mammella.
 
 
A chi è consigliato il test genetico BRCA
Il test è consigliato alle donne affette da neoplasia epiteliale dell’ovaio.  Possono inoltre accedere a consulenza genetica le pazienti con neoplasia mammaria in determinate situazioni e le donne sane, con storia familiare positiva per tumore ovarico e\o mammario.
 
Centro di riferimento in Liguria per l’esecuzione del test
Centro tumori ereditari IRCCS Ospedale Policlinico San Martino.  Per informazioni, se in possesso dei requisiti richiesti ai fini della valutazione genetica: 010 555 8850.
 
A chi rivolgersi in caso di sospetto di neoplasia ovarica?
Ci sono varie figure alle quali è possibile affidarsi: il medico di famiglia che può indirizzare la paziente al ginecologo o all’oncologo medico, oppure il ginecologo di fiducia rappresenta una figura cardine nella gestione di questa patologia, in caso di urgenza al Pronto Soccorso

La Asl2 ha completato l'acquisto di due nuovi mammografi digitali diretti con tomosintesi destinati all'Ospedale San Paolo di Savona e al Santa Corona di Pietra Ligure. L'acquisto è stato definito grazie alla richiesta di finanziamento sui fondi del PNRR presentata dall'azienda sanitaria, relativamente all'intervento dedicato all'ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, in questo caso alla sostituzione delle cosiddette "Grandi Apparecchiature".

Le apparecchiature acquistate, prime classificate nella graduatoria relativa alla gara nazionale esperita da Consip, sono di ultima generazione tecnologica. Dispongono delle migliori tecnologie hardware e software oggi presenti sul mercato di riferimento per l'effettuazione di indagini radiologiche mammografiche tra cui la tomosintesi, il sistema per esami mammografici con mezzo di contrasto CEM, nonché il software per la quantificazione della densità della mammella (2D + 3D). L'apparato dedicato all'ospedale di Savona, sede di Breast Unit, disporrà inoltre di un sistema automatizzato per l'esecuzione di biopsie in posizione prona e per l'esecuzione di biopsie con un dispositivo per la radiografia di porzioni di tessuto. L'investimento sostenuto per le 2 apparecchiature è pari ad oltre 319.000 euro. ASL2 conta di installarle e renderle operative entro il prossimo autunno.

GENOVA - È ufficialmente finita la pandemia. L'Oms ha dichiarato finita l'emergenza sanitaria internazionale dovuta al Covid.

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Ghrebreyesus ha infatti dichiarato di aver accettato l'indicazione del Comitato tecnico dell'Oms sulla fine dello stato di emergenza

Rimossa dopo circa 3 anni l'allerta rossa per il covid. La pandemia ha portata alla morte di "venti milioni di persone nel mondo", quasi il triplo rispetto al bilancio ufficiale dell'organizzazione di Ghrebreyesus, fermo a 6,9 milioni di vittime.

In Liguria, dall'inizio della pandemia, sono stati 5923 i morti. 

"Accogliamo con soddisfazione la dichiarazione del direttore generale dell'Oms circa la fine della pandemia. Dopo tre anni segnati dal Covid il nostro pensiero va prima di tutto alle vittime, alle famiglie spezzate, a chi ha dovuto lottare contro la malattia lontano dai propri cari. E poi alle donne e agli uomini della nostra sanità, che con spirito di sacrificio e abnegazione hanno combattuto in prima linea per salvare vite e sono stati il motore della nostra campagna vaccinale. Grazie proprio alla scienza possiamo dire di aver vinto finalmente la lotta contro il Covid". Così il presidente di Regione Liguria e l'assessore alla Sanità in merito alla dichiarazione di fine emergenza sanitaria globale per il Covid-19.

"È bene però ricordare che il virus continuerà a circolare nel nostro ambiente così come tanti altri microorganismi con forme clinicamente meno impattanti sulla salute- aggiungono-. Vanno poi ricordati due principi di precauzione: l'ordinanza del Ministro della Salute, in vigore dal primo maggio, impone l'utilizzo di mascherine soprattutto tra i pazienti più fragili sia negli ospedali sia nelle residenze protette mentre l'impiego dei tamponi nelle zone ospedaliere va limitato alle persone con sintomatologia sospetta. Si passa così dalla strategia dei tamponi da screening all'esecuzione per la diagnostica della malattia. Per omogeneizzare il contenuto della circolare del Ministero su tutto il territorio regionale , Regione Liguria ha costituito un tavolo di lavoro con Alisa, le direzioni sanitarie, unitamente ai vertici dei Diar Infettivologia, Emergenza e area Igiene".

L'ordinanza regionale ligure di applicazione delle indicazioni date dal ministro della sanità Schillaci nei giorni scorsi è pronta: per il prof Bassetti, che con il DIAR malattie infettive di Regione Liguria ha contribuito alla sua stesura, sancisce che l'emergenza è finita ma anche che la Liguria è più avanti rispetto ad altre regioni. Sia sul fronte delle mascherine, sia sul fronte dei tamponi.

Le mascherine: "Il documento dice che bisogna utilizzare la mascherina quando si è a contatto con pazienti fragili, quindi quando si entra nella loro stanza è bene che la mascherina venga utilizzata non solo dagli operatori sanitari ma anche dai visitatori. Nei corridoi, nelle sale mediche, negli studi, a livello ambulatoriale non è obbligatorio. Abbiamo dato una forte raccomandazione di utilizzo a chi ha sintomi respiratori. Se hai la tosse il raffreddore, è meglio se la indossi", spiega Matteo Bassetti, direttore DIAR malattie infettive regionale. 

I tamponi: "Sui tamponi abbiamo mostrato di esser avanti rispetto ad altre regioni. Il documento dice che il tampone lo fa chi ha sintomi, chi ha avuto contatti all'interno delle aree ospedaliere o con un caso certo (al quinto giorno) ma non si fanno più i tamponi a quello che cade in motorino in corso Europa o quello che entra per fare la dialisi. Abbiamo cancellato il tampone al pronto soccorso, a chi fa il trasferimento da un reparto all'altro, in una Rsa, e questo dovrebbe rendere il sistema molto più fluido. Anche in questa occasione Alisa, il DIAR malattie infettive e quello di emergenza hanno mostrato di poter far un importante passo avanti. Con questo documento l'emergenza è finita. La Liguria come sempre dimostra che sul covid è più avanti rispetto agli altri".