Porto e trasporti

Parla il presidente di Assagenti e responsabile Hapag Lloyd Italy
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GENOVA - Già poche ore prima che si verificassero gli attacchi terroristici nel canale di Suez a navi Msc (LEGGI QUI) il presidente di Assagenti e responsabile Hapag Lloyd Italy Paolo Pessina a Primocanale aveva lanciato un allarme per quanto riguarda le limitazioni decise dal canale di Panama “che premia, diciamo così, chi già faceva più passaggi e limita in misura drastica, quasi azzerandoli, i transiti delle compagnie che avevano meno presenza e questo cambia completamente le rotte, costringendo a tragitti molto più lunghi”.

Ma a questa situazione già complessa si sono aggiunti gli assalti a Suez che aggravano ulteriormente la situazione: "Questa crisi non è un caso del tutto isolato, si aggiunge, più drammaticamente, a quanto in corso nel Canale di Panama. Anzi, proprio in seguito alla situazione di Panama, il Canale di Suez era stato ipotizzato come via alternativa di collegamento tra Ovest-Est da più fronti. Alla luce dei recenti fatti, però, mi vedo costretto ad ipotizzare che l’intervento militare sia una soluzione che ci si prospetta come possibile. Intendo la possibilità di tornare all’organizzazione dei convogli come ai tempi della pirateria, quando colonne di navi transitavano davanti al Corno d’Africa chiuse in cima, al centro e infondo da navi militari per garantirne la sicurezza. Nel frattempo la soluzione immediata è la decisone delle compagnie di utilizzare la rotta del Capo di Buona Speranza con 6 giorni in più di transit time. Una certezza in questa situazione sarà l’aumento dei noli". 


MSC HA GIÀ SOSPESO PASSAGGI A SUEZ


Già la compagnia Msc, colpita dagli attacchi di venerdì a Suez, ha annunciato la sospensione dei passaggi delle navi mercantili nel canale di Suez (LEGGI QUI), facendole transitare dal Capo di Buona Speranza. 

 

ANCHE MAERSK, HAPAG LLOYD E CMA CGM LASCIANO SUEZ

Ma Msc non è l'unica compagnia che ha scelto di abbandonare Suez: Maersk, Hapag-Lloyd e CMA CGM hanno adottato analoga decisione dopo che i ribelli Huthi, alleati dell’Iran e ostili ad Israele, hanno intensificato gli attacchi con i droni nel Mar Rosso.