GENOVA - La festa del lavoro è l’unico giorno dell’anno in cui i camalli della Culmv si fermano (fatta eccezione per le navi passeggeri). Alla vigilia del primo maggio incontriamo il console della storica Compagnia del porto di Genova, Antonio Benvenuti, che è molto preoccupato.
Preoccupato per il calo dei container “del 16% nei primi tre mesi dell’anno, e noi con i container facciamo il 60% dei nostri avviamenti, quindi rischiamo di perdere 20mila ore, a cui si aggiungono le 15mila ore nel caso in cui Grimaldi se ne andasse, “sfrattato” dai depositi costieri a ponte Somalia. E’ vero che ci sono i mancati avviamenti ma significa che i nostri uomini guadagnano meno, magari sono in cassa integrazione per dieci giorni al mese”.
Ma c’è un altro tema che lo inquieta, ne parla quando gli chiediamo un giudizio sulle discussioni e il lavoro che si stanno portando avanti in vista del nuovo piano regolatore portuale: “Il tunnel subportuale non lo critico come opera in sé, cioè visto che è finanziata è anche giusto che si faccia. Ma quello che mi spaventa sono i cantieri, che dureranno magari tre-quattro anni. Attenzione che qui si rischia di bloccare tutto il porto. Da dove si entra, da dove si esce? Forse sarebbe il caso di ricalibrare il progetto per tenere in considerazione le esigenze di operatività. Già sparisce la palazzina del Csm, il centro smistamento merci, che comunque conta 30-40 lavoratori, poi ci sono altri problemi, qui nella zona di San Benigno ad esempio”.
IL COMMENTO
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