Porto e trasporti

Il sindaco di Genova a "Terrazza incontra" ha spiegato i termini della questione, che ha già agitato gli animi del quartiere di Prà
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GENOVA - Il futuro di Porto petroli a Genova, il possibile dislocamento degli attracchi sulla diga di Prà o comunque al largo, ipotesi che si ventilano e che agitano le acque nella cittadinanza del ponente. A "Terrazza incontra Bucci e Signorini" (

) è stata affrontata la tematica, e così il sindaco di Genova ha chiarito i termini. 

 

"Stiamo facendo un’indagine insieme ad Eni per capire come saranno i volumi dei prossimi 10-15-20 anni. C’è qualcuno che dice che tra 25 anni non avremo più il Porto Petroli, c’è qualcuno che dice che tra 25 anni invece ne avremo ancora bisogno, sono indagini di business quindi noi, dal punto di vista della città, poi deciderà la autorità portuale cosa mettere nel piano regolatore portuale, noi daremo dei consigli a chi lo deve fare. Se il Porto petroli viene ridotto lì possiamo avere degli spazi per fare delle altre cose, se invece il Porto petroli viene totalmente eliminato tutto lo spazio lo possiamo utilizzare per fare altre cose: la cosa di cui si sente più l’esigenza oggi, e Signorini è d’accordo, è uno spazio addizionale per le riparazioni navali, questo ormai lo abbiamo detto tante volte (comunque aspettiamo la ricerca di mercato che ci dirà tra 10-20 anni come saranno le riparazioni navali perché se poi ci dicono vanno giù... ma non credo, credo l'opposto, credo che andranno sù) e quindi avremo bisogno di estendere le aree, un’area che potrà andare avanti sarà quella. Non dimentichiamo però che da Porto petroli partono le condutture che vanno verso nord, verso la pianura padana e oggi stanno diventando una cosa preziosissima, sapete cosa stiamo studiando per l’acqua, sapete cosa stiamo facendo per portare questi liquidi sino al centro della pianura padana, quindi queste condutture sono fondamentali, è un’infrastruttura che noi abbiamo, siamo fortunati ad averla perché altri non ce l’hanno e anche per esigenze nazionali, quindi dobbiamo utilizzarle e tenerle bene. Certo bisogna pensarci bene, non siamo oggi nella posizione di poter dire teniamo tutto lì o spostiamo tutto da un’altra parte, dobbiamo però tenere tutte le porte aperte, lo suggeriremo al piano regolatore portuale per far sì che quando ci sarà un’esigenza precisa e chiara noi saremo pronti a fare gli investimenti e partire".