GENOVA - Se ne era discusso diversi anni fa, ma l'idea è sempre rimasta in un cassetto, anzi nei sogni di Bruno Musso, presidente del gruppo Grendi, che ha deciso di riesumarla in occasione di un convegno che si è tenuto oggi a Genova in un seminario dell'Università: si tratta del famigerato "bruco", un tunnel per collegare il porto di Pra' a Basaluzzo, portando i container con rimorchi automatizzati elettrici per dare una nuova are logistica di 5 mila ettari. "Il progetto era nato come ipotesi per lo sviluppo portuale nella prospettiva futura delle grandi navi - ricorda Bruno Musso - e ora che abbiamo raggiunto questo salto dimensionale nelle navi questa può essere la soluzione. Noi non abbiamo grandi spazi ma abbiamo meravigliose banchine, la diga foranea di Pra'. Se ci riusciamo a collegare alla pianura padana possiamo creare un grande porto con 5 mila ettari di spazi logistico e banchine a sufficienza. Noi possiamo usare la Diga foranea di Pra', che è di 2 km a - 20 di profondità, con tre accosti, e collegarla attraverso un tunnel oltre Appennino, in zona Basaluzzo, utilizzando gli Agv, i rimorchi automatizzati elettrici che vanno avanti e indietro. Esattamente come i porti del nord con la differenza che lo hanno la zona di stoccaggio vicine, ma noi usiamo qualche rimorchio in più e non ci sono problemi". Un progetto che ha un costo di circa 4,5 miliardi e che teoricamente si può realizzare in 4 o 5 anni e che potrebbe essere sostenuto da privati. "Qualche riscontro lo abbiamo avuto - conclude Musso - perché questo è un meccanismo complicato ma si autofinanzia con molta facilità. È un progetto che può uscire dalla necessità degli interventi finanziari pubblici per andare nelle partecipazioni pubblico private, che hanno agevolazioni".
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