Un gruppo di alunni a lezione a scuola L'ultimo consiglio comunale di Genova ha fatto il giro del Paese, con le dichiarazioni della sindaca Silvia Salis. Una Salis che ha sciorinato i messaggi sessisti che continua a ricevere in queste settimane sotto i suoi post social. E per farlo si è affidata a una lettura puntuale, pedissequa, di quello che appare soprattutto sul profilo Instagram. Da "sei proprio una gran puttana", "pensasse a prendere un po' di belino", a tanti altri ancora.
Cosa è successo in consiglio comunale
Al centro del dibattito in aula rossa, l'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado, dopo un articolo 55 proposto dalla capogruppo di Avs Francesca Ghio, contro l'emendamento della Lega al disegno di legge in materia di consenso informato in ambito scolastico che di fatto vieterebbe di trattare questi argomenti alle scuole elementari e alle medie.
La sindaca Salis in aula: "Sotto ai miei post c'è chi mi dà della put***a"
Le parole di Salis in aula
"Io sono la sindaca della sesta città d'Italia, di certo non rappresento una categoria da proteggere, ma adesso vi leggo che cosa succede ogni giorno sui miei social - aveva introdotto la lettura in aula Silvia Salis -. Alle donne dici puttana e non incapace, è per questo che c'è bisogno di educazione sentimentale". Già durante la campagna elettorale Salis aveva citato le sue foto in bikini, con alcuni cittadini che l'hanno ripresa e poi commentata. "Io vedo uomini, con nomi e cognomi, con foto di bambini in braccio, che mi insultano. Pensate che a un uomo direbbero le stesse cose? Ecco, io credo proprio di no" aveva poi aggiunto Salis. Un video ripreso e poi veicolato su tutti i canali social dei più importanti media, ripreso da famosi blogger e influencer. Insomma, una risonanza mediatica che ha riaperto un tema, quello della sessualità affettiva, che negli ultimi mesi è stato protagonista di scontri soprattutto romani.
L'emendamento della Lega: no all'educazione sessuale a scuola
A scatenare il conflitto un emendamento della Lega che ha introdotto il divieto di discutere i temi legati all'educazione sessuale nelle scuole medie e in quella primaria. L'emendamento, che era stato approvato in commissione Cultura della Camera, era a firma dell'esponente del Carroccio Giorgia Latini. Si introduce il divieto per la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, di "attività didattiche e progettuali nonché ogni altra eventuale attività aventi a oggetto temi attinenti all'ambito della sessualità". Per quanto riguarda la sessualità affrontata alle superiori, potrà essere affrontata, previo consenso dei genitori, che dovranno conoscere temi e materiale didattico. Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio "l'educazione sessuale è compito delle famiglie".
La raccolta firme online di Silvia Salis
In questi giorni, la novità, arriva proprio da Genova, in seguito al consiglio comunale di martedì scorso: si tratta di una proposta targata direttamente Silvia Salis. Una raccolta firme online per promuovere, come amministrazione, l'educazione all'affettività e al rispetto in sinergia con scuole, famiglie e comunità. Sul sito https://actionnetwork.org/ è possibile iscriversi con nome, cognome e indirizzo e-mail per sostenere la proposta. Al momento sono circa 4 mila le firme, ne servono 6.400. Un gesto simbolico, partito da via Garibaldi, che vuole verificare il sentiment dei genovesi, come scrive la stessa Salis sul sito: "Abbiamo bisogno di un grande impegno collettivo, se sei d’accordo con noi sull’importanza di questa battaglia, aggiungi il tuo nome". Secondo la prima cittadina di Genova non basta dire che serve rispetto, altresì secondo Salis è necessaria "un'educazione affettiva e sessuale nelle scuole". "Serve parlarne in casa, nei quartieri, nei media - scrive Silvia Salis -. È dimostrato: dove esistono percorsi di educazione all'affettività, la violenza diminuisce e le relazioni migliorano. È questo che chiediamo, con forza e con dignità".
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