"La sindaca Salis ha chiesto un incontro con me e Salvini, l'opera si può ancora fare se c'è l'intenzione del Comune". Così il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi ai microfoni di Primocanale sul caso Skymetro, l'infrastruttura da tempo al centro della polemica ora 'depennata' dopo l'incontro della prima cittadina di Genova con i tecnici del Mit a Roma dove è stato confermato che non ci saranno proroghe per il progetto di mobilità della val Bisagno.
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L'iter del progetto dello Skymetro
"Avevo avvisato tutti già prima della campagna elettorale sul tema del rischio, che non è solo per lo Skymetro" - spiega il viceministro - lo Skymetro ha avuto tre anni di gestazione perché la val Bisagno, soprattutto la bassa val Bisagno, è un'area che ha dei problemi idrogeologici importanti e quindi è fondamentale mettere in sicurezza l'aria ma soprattutto mettere in conto le regole da seguire durante la progettazione. Per questo l'unico modo individuato dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici è stata la realizzazione di una linea soprelevata che non costituisca un problema per la mobilità urbana, ma anzi consenta un collegamento sicuro e rapido di massa per tutti".
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"Se il Comune vuole si può fare, se vuole un'altra opera si ricomincia da zero"
"Ora, è evidente che se il Comune di Genova vuole proseguire con il progetto – conclude Rixi – ha soldi e tempo per proseguire il percorso e appaltare l’opera entro quell’anno. In caso non riuscisse, il decreto del MEF del 30 giugno stabilisce che tutti i progetti definanziati al 31 dicembre 2025, qualora cantierizzabili nell’anno successivo, possano sostanzialmente essere “rivisti” e rifinanziati. Se invece l’intenzione del Comune, come è stata manifestata anche ieri ai tecnici del MIT, è di cambiare completamente il progetto, ciò comporterebbe di dover rifare tutto da capo e rinunciare ai 398 milioni di euro già stanziati. La sindaca Salis ha chiesto un incontro con me e con il ministro Salvini, presto ci vedremo”.
Ecco come si potrebbe fare se ci fosse l'interesse
“La richiesta di proroga è arrivata il 16 maggio dall’amministrazione di centrodestra, a cui non è stato risposto perché il decreto del Mef, che sapevamo sarebbe stato pubblicato pochi giorni dopo e che era in gestazione da gennaio, prevedeva l’esclusione esplicita delle proroghe. Pertanto, come per tutti i Comuni che hanno richiesto la proroga, non è stato possibile concederla. Detto questo, se ci verrà ribadito l’interesse della città di Genova a realizzare l’opera e non si riuscirà a effettuare l’appalto entro dicembre, il Comune potrà farlo nel 2026 utilizzando le nuove risorse del Fondo unico per il potenziamento delle reti metropolitane e del trasporto rapido di massa, purché il progetto rimanga lo stesso”.

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IL COMMENTO
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