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La presidente di Italia Viva commenta a Primocanale il successo della sindaca: "Ottimo profilo, con il centro si vince". E sabato all'Acquario l'assemblea nazionale con Matteo Renzi
7 minuti e 39 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

Nulla accade per caso, soprattutto in politica. E lo sa bene Matteo Renzi, già premier italiano, considerato uno dei maggiori "strateghi" politici del nostro Paese, pronto ad approdare a Genova per l'assemblea nazionale di Italia Viva. L'appuntamento è stato fissato per sabato 5 luglio alle 11, all'Auditorium dell'Acquario. Un'occasione per ritrovarsi, per parlare dei temi fondanti del mondo riformista, che ha deciso con convinzione di rappresentare il centro del centrosinistra. Iv la definisce una scelta di campo, nata già dopo le Europee dello scorso anno, quando il progetto del Terzo Polo è andato in frantumi. Braccio destro di Matteo Renzi, la senatrice, presidente del gruppo al Senato, Raffaella Paita, che a Primocanale chiarisce la posizione del suo partito. "La nostra collocazione è nel centrosinistra, d'altronde noi siamo tutte persone che vengono da quella storia politica, e questo l'abbiamo già avviato un anno fa quando Elly Schlein ha lanciato la sfida del non mettere veti e di non porne. Ecco, noi l'abbiamo raccolta immediatamente e abbiamo lavorato alla costruzione di una nostra collocazione stabile nel campo del centrosinistra".

Poi che cosa non ha funzionato?

"Come sapete abbiamo fatto un tentativo alle elezioni regionali anche in Liguria, perché è un territorio al quale teniamo molto, soprattutto dopo quello che è accaduto nel 2015, con la sinistra spaccata e la guerra fatta proprio a me. A questo punto abbiamo utilizzato quella straordinaria occasione delle elezioni regionali per provare a ricostruire il campo del centrosinistra a partire dalla Liguria. Purtroppo non siamo stati ascoltati, i veti in quel caso sono andati avanti e hanno prodotto una sconfitta cocente, ma non ci siamo arresi, abbiamo comunque rilanciato la sfida per le elezioni comunali, sostenendo la candidatura di Silvia Salis che è stata una candidata straordinaria, e ora sarà un grandissimo sindaco di questa città. Silvia ha capito che il vero tema che in questo momento ci preme è che stando tutti uniti, costruendo un'ampia coalizione - dove il centro ha un ruolo visibile e forte - si torna a vincere".

Senatrice, nasce insomma da qui la scelta di trasferire a Genova l'assemblea?

"Sì, penso che il motivo dell'assemblea sia anche quello di dimostrare che dove si costruisce una coalizione ampia di centrosinistra, dove si attua una logica inclusiva, dove non si nasconde il centro ma lo si rende protagonista di una nuova stagione come avviene a Genova, si può riaprire la possibilità reale di lanciare una sfida non solo al centrodestra ligure o genovese, ma a quello dell'intero paese. Perché questo è un paese che sta soffrendo, i dati sulla povertà sono impressionanti, gli italiani hanno la consapevolezza di stare peggio perché il loro carrello della spesa, la sanità, i salari, il costo della vita, la mancanza di strutture per le donne, per gli asili, è qualcosa che rende la vita delle persone estremamente difficile. E quindi è evidente che la Meloni sia un bluff, perché aveva promesso di aiutare le famiglie italiane e non l'ha fatto, abbiamo bisogno di lanciare una sfida alternativa per la costruzione di un'altra possibilità per l'Italia nei prossimi anni. Ecco, facciamolo tutti assieme, con un centro visibile forte, esattamente come abbiamo fatto a Genova, esattamente come ha fatto Silvia".

Paita, le stavo per chiedere proprio questo: come potrà questo campo larghissimo riunirsi sotto uno stesso cappello? Considerando che su temi come il sociale, i diritti, siete sulla stessa lunghezza d'onda, ma in altri come la politica estera marciate divisi.

"Non voglio banalizzare le difficoltà, è chiaro che in tema di politica internazionale nel centrosinistra ci siano delle differenze, però guardi che nel centrodestra ce ne sono di più gravi, perché quello che pensa Salvini non è quello che pensa Tajani, o quello che pensa la Meloni, quindi persino le loro collocazioni nelle famiglie politiche europee sono differenti e spesso in contraddizione. Pensi, per esempio, al sostegno e non sostegno del governo di Ursula von der Leyen. La destra è quindi divisa su molte questioni ma poi marcia unita quando è il momento di lanciare una sfida al governo nazionale, e il centrosinistra deve fare un'operazione analoga, poi naturalmente senza sottovalutare che la coerenza programmatica, avere obiettivi importanti per far crescere questo paese, per far crescere il lavoro nel nostro paese, per far crescere i diritti ma anche soprattutto i diritti sociali nel nostro paese, diviene estremamente importante".

Ascoltando le sue parole, mi sembra che lei sia molto positiva.

"Noi dobbiamo lavorare, io sono ottimista se tutte le componenti di questa articolazione del centrosinistra saranno protagoniste, portando il proprio contributo. Io parlo per la mia parte: noi siamo interessati alla costruzione di un centro che abbia una gamba solida dentro il centrosinistra e che sia portatore di quella visione popolare, ma anche liberale, socialista. Insomma, abbiamo tanti termini da poter utilizzare, ma alla fine io ne userei uno solo, cioè riformista. Chi non ha paura del cambiamento, chi lo governa questo cambiamento che riguarda Genova e che riguarda il paese, quindi noi ci siamo con la consueta generosità, perché sappiamo perfettamente di essere una componente importante che ha fatto questa scelta senza se e senza ma, ma al tempo stesso che se questa nostra parte politica vuole costruire qualcosa di più grande lo deve fare anche in un ambito e nella costruzione di un progetto che sia inclusivo per tutti, e lo faremo come abbiamo fatto in Liguria. Non ci siamo minimamente posti il problema di stare insieme ad altre forze politiche o di stare sotto un cappello civico, perché l'obiettivo era svoltare in questa città, provare a governarla meglio".

A Genova lo state facendo anche con un assessorato?

"Sì, guardi il settore della sicurezza che proprio a noi è stato assegnato, ed è cruciale. Genova è una città che ha forti problemi dal punto di vista della sicurezza, ma siccome è una città meravigliosa, che ha grandi ambizioni nel mondo e deve tornare a esercitarle. Il tema di garantire una sicurezza per i propri cittadini e anche per chi la visita da fuori, diventa un grande tema sociale, del centrosinistra. La destra non è riuscita a risolvere il problema né nel centro storico né nelle periferie. Vogliamo dirci la verità, Genova in questo momento è una città estremamente insicura, ce l'hanno lasciata così e abbiamo bisogno, con un grande lavoro di cambiamento, di provare a migliorare le cose e la stessa cosa faremo nel Paese".

Senatrice, avrà sicuramente letto le parole di Dario Franceschini, che ha definito Salis una possibile leader nazionale. Partendo dal presupposto che avrebbe cinque anni da sindaca davanti, lei crede che potrebbe rappresentare a livello nazionale il centrosinistra?

"Ma guardi io non mi permetto di parlare per Salis, in tutta la campagna elettorale l'ho sostenuta con il mio stile, che è lo stile di una persona che come dire sa stare nel suo. Silvia ha tutte le capacità, le competenze, le qualità per fare qualsiasi cosa, credo che in questo momento sia molto concentrata sulle questioni amministrative. Detto questo, gliela metto così: è un bene che nel nostro territorio ci sia - diciamo così - un'esperienza politica come quella che è avvenuta nelle recenti elezioni, che diventa modello per il paese. Questo è già di per sé un modo per sprovincializzare il nostro territorio. Le faccio un ragionamento ancora più articolato, fino ad oggi quando si parlava di modello Genova se ne parlava anche molto a sproposito, sempre però raccontando del civismo che prevaleva in questo territorio. Oggi questo civismo è in realtà un civismo catalizzato anche dalle forze civiche e politiche del centro, il fatto che in questo territorio ci sia un'esperienza che dimostra che il centrosinistra può farcela, può vincere, può tornare a essere competitivo nel paese è da solo un elemento che qualifica l'azione di Silvia, che la rende un interlocutore istituzionale di calibro nazionale".

Insomma, non è da escludere?

"Spetterà a lei decidere, anche in che modo esercitare questa sua autorevolezza. Io posso dirle solo una cosa, che da donna, sono molto contenta di questa cosa, sarò per lei un alleato discreto, leale e sempre profondamente interessato ad aiutare il territorio e questa comunità, perché in fondo quello che ci unisce è un grande amore per Genova e per la Liguria. Purtroppo per me è stato un sogno infranto, per lei è un sogno vinto, portato a casa, sono felice di questa sua vittoria, che ha un po' riscattato anche la mia, da un certo punto di vista, perché è una donna e perché è bravissima".

Paita, senza spoilerare che cosa dirà Matteo Renzi, anche perché è imprevedibile, qual è il messaggio che volete veicolare sabato mattina?

"Noi abbiamo una grande occasione nel paese da giocare in tempi rapidi, per costruire un'alternativa, lo dobbiamo fare ricostruendo un centrosinistra e rinsaldando quelle divisioni che avevano portato in Liguria e nel paese a delle sconfitte. Per fare questo dobbiamo mettere in campo una coalizione credibile, dove il centro abbia un protagonismo e persone credibili in grado di interpretare questa fase. Sono ottimista e contenta che questo riguardi la mia città, perché è vero che io sono spezzina, però se penso a tutto il tempo che ho dedicato al territorio genovese nel mio percorso politico, magari un po' immodestamente, mi considero anche una genovese".

Raffaella PaitaLa presidente di Italia Viva al Senato Raffaella Paita

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