Il generale Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega, oggi ha attraversato il centro di Genova fino a raggiungere il quartiere di Sampierdarena per sostenere la candidatura a presidente del Municipio Centro Ovest Davide Rossi, suo seguace da quando è sceso in politica. Vannacci, che con il suo libro "Il mondo al contrario" si è fatto conoscere, dividendo l'Italia tra sostenitori e detrattori, plaude alla gestione di centrodestra degli ultimi otto anni, con l'oramai ex sindaco Marco Bucci, oggi presidente di Regione. "Genova è una città bellissima, ho visto una realtà che è migliorata tantissimo rispetto a qualche anno fa, quindi segno di un'amministrazione che ha funzionato, che ricordo è di centrodestra e quindi io dico sempre: squadra che vince non si cambia e i genovesi mi auguro che esprimano questo parere, questo auspicio alle prossime elezioni del 25 e del 26 maggio" ha commentato l'europarlamentare Roberto Vannacci. Il centrodestra, lo sa Vannacci, si troverà ad affrontare una sfida non semplice in un Municipio di centrosinistra che sta gestendo, in questi anni, una dura battaglia contro il trasferimento dei depositi costieri da Multedo a ponte Somalia, a Sampierdarena. Di fronte il cosiddetto campo larghissimo, dal centro di Italia Viva e Azione (anche se si presentano senza simboli ndr) alla sinistra, passando per Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. Su questa alleanza, arriva l'affondo di Vannacci.
Non è preoccupato da una coalizione così allargata?
"È proprio questo che è preoccupante, questo campo largo che in realtà è un campo santo perché sono divisi su tutto, il Pd con i 5 stelle, i 5 stelle che sono contro qualsiasi cosa, contro lo sviluppo del porto, contro il termovalorizzatore, contro la variante, contro le infrastrutture. Sono quelli che continuano a promuovere il Green Deal che ha rovinato l'Europa e ha rovinato l'Italia, e questi signori adesso dovrebbero governare insieme al Pd con candidato sindaco Salis. È la solita sinistra che mette avanti la percezione al posto della realtà e invece abbiamo un centrodestra che è realista, che è pragmatico".
C'è una candidatura che però è civica, e lo evidenzio a lei che nasce come civico, non la preoccupa un volto nuovo che si toglie dall'arena dei partiti?
"Ma è solo superficiale questa diversità perché quello che contano non sono tanto il fatto di essere civico o politico, contano gli ideali e i principi, sono su quelli che si basa la politica e quali sarebbero questi ideali e questi principi di questo campo santo che rema dalla parte sinistra dello schieramento? Non si capisce bene, è una contraddizione in termini, noi abbiamo il Pd che a Bruxelles vota per il riarmo e si spacca addirittura all'interno del partito, il Movimento 5 Stelle che invece vota contro, quindi come potranno queste fazioni che si basano su degli ideali a volte opposti a portare avanti una politica all'interno della città di Genova che sia coerente? Noi abbiamo bisogno di persone pragmatiche, persone reali e persone che pensino alla concretezza e agli interessi dei genovesi, ricordiamoci che tutta la sinistra vuole fare invadere l'Italia dall'immigrazione clandestina. Ecco, se vorrete una città di Genova invasa dagli immigrati clandestini allora votate a sinistra, se invece volete una diversa Genova con più sicurezza, con più lavoro, con più sviluppo votate la lista Piciocchi".
Vannacci, lei parla di divisioni, però va detto che soprattutto in Europa il centrodestra è diviso perché Lega e Forza Italia non vanno proprio d'accordo, anche con Fratelli d'Italia c'è un'idea diversa, lei parlava del riarmo, la pensate in modo completamente differente. E allora, perché a sinistra è un problema e nel vostro caso no?
"Perché in questa alleanza del centrodestra noi riusciamo a governare insieme, infatti c'è un governo che è a Roma da quasi tre anni, che va avanti, che ha stabilito delle chiare convergenze di obiettivi, c'è una dialettica politica che si basa anche sulla diversità di opinioni su alcuni aspetti, ma fondamentalmente andiamo d'accordo, andiamo avanti e lo facciamo in maniera unita, sia a livello nazionale che a livello locale. A sinistra non è così, alle ultime politiche si è presentata totalmente separata ed è quello proprio che caratterizza la criticità di questo campo santo come lo chiamo io, non c'è assolutamente unicità di veduta, qua a Genova addirittura hanno imbarcato Calenda e Renzi, quelli che hanno distrutto il Pd e che adesso lo vorrebbero in qualche modo rimettere insieme con delle alleanze che non stanno insieme neanche con la saliva".
Però il centrosinistra lo considera un banco di prova e un primo passo per rimettere insieme una coalizione per le prossime Politiche.
"Mi preoccupa che Genova possa essere un banco di prova a livello nazionale, c'è una fluidità che alla fine non si capisce bene: Azione fuori, Matteo Renzi dentro, il Pd, il Mov5s, tutta una serie di realtà che poi non hanno assolutamente una comunità di intenti, cosa che invece nel centrodestra c'è e non è il banco di prova, perché il banco di prova sono state anche alcune regioni nelle quali il centrosinistra è riuscito a prevalere, ma all'interno delle quali non c'è assolutamente unità di visione".
Sul tema immigrati, glielo chiedo anche umanamente, non solo politicamente, non pensa che possano essere una risorsa soprattutto grazie a un lavoro di integrazione? Considerando che i dati ci dicono che nei prossimi anni la popolazione italiana è destinata a diminuire sempre di più?
"Nel mio libro non c'è nessun aspetto razzista perché il razzismo è quell'ideologia che sostiene che una razza sia superiore a un'altra da un punto di vista genetico, e invece io questo non l'ho mai pensato, nella maniera più assoluta, anzi nel libro dico che ci sono culture diverse, che io preferisco la mia, ma non nego l'esistenza di altre culture che hanno la stessa dignità rispetto alla mia stessa cultura, però noi ci illudiamo di aiutare queste persone facendole arrivare da noi senza alcuna regolamentazione, perché queste signori stanno svuotando i loro paesi di origine, non esiste il diritto all'emigrazione, esiste invece il diritto a crescere, a formarsi nel paese dove si nasce e nel paese dove si hanno i propri genitori, i propri nonni. Questa religione dei diritti umani vuole invece imporre il diritto all'emigrazione, è una cosa che sta sfasciando l'occidente e sta sfasciando i paesi di origine. Dicono che loro ci paghino le pensioni, ma non è assolutamente vero, i loro redditi sono bassissimi, noi abbiamo ancora il 6% di disoccupati, allora facciamo lavorare i disoccupati di casa nostra invece di importare una mano d'opera a basso costa. Lei se lo ricorda cosa diceva Marx? Marx diceva che l'immigrazione è l'esercito di riserva del padrone per tenere basso il costo del lavoro, ecco la sinistra di oggi non riconosce neanche le frasi e l'ideologia sulla quale si basava il suo più grande ispiratore, che è Karl Marx".
E quei lavori che non vuole più fare una certa parte di popolazione, oramai ad appannaggio degli stranieri, non hanno un peso?
"Io credo che anche questa sia una percezione, ci sono molti lavori che fanno gli immigrati ma credo che se fossero pagati in maniera ragionevole li farebbero anche gli italiani e quel 6% di popolazione che non lavora noi dobbiamo fare in modo che lavori, e non dobbiamo trovare un sostituto a basso costo e mantenere queste persone invece come un peso sociale".
Vannacci, come si definirebbe politicamente?
"Io mi definisco un sovranista e un patriota perché per me quello che conta più di tutto sono gli interessi degli italiani, io non voglio salvare il mondo, non voglio salvare il pianeta, non voglio salvare l'umanità, voglio fare in modo che gli italiani stiano meglio, siano più ricchi, abbiano più benessere, abbiano più sviluppo e soprattutto riescano a realizzarsi nella nostra amata patria che è l'Italia, riportare l'Italia alla grandezza, alla capacità. Noi siamo la terra, la patria delle arti e dei mestieri, abbiamo dato luce a grandi scienziati, navigatori, poeti, ecco dobbiamo ritornare a occupare lo spazio e il posto che ci deve essere riservato all'interno di questa comunità internazionale, non essere più la ruota di scorta, non essere più le persone influenti, non essere più parte di un'Europa che altro non vuole fare che cancellare l'identità nazionale, cancellare i sovranismi nazionali e includerci tutti in un crogiolo dove siamo tutti inclusi ma nessuno è rappresentato".
Pochi giorni fa è mancato Papa Francesco e a breve si terrà il conclave: vorrebbe un Pontefice più riformista/progressista o conservatore?
"Io vorrei un Papa che continui a promuovere l'identità cristiana, che continui a stabilire proprio l'unità delle comunità cristiane e a promuoverla sotto tutti i punti di vista e che si spenda proprio per questa comunità cristiana, che torni a mettere la priorità su quella che l'ideologia e il pensiero cristiano ha fatto nei secoli. Ricordiamoci che proprio la bandiera dell'Europa è quella nella quale manca il simbolo della cristianità, perché per quanto si dica che le dodici stelle rappresentino il simbolo della cristianità, è la croce e il fatto che in Europa non si sia mai accettata una costituzione all'interno della quale la cristianità venga riconosciuta come fattore unificante delle nazioni europee. Questo la dice lunga su quanto proprio questo pensiero sia in crisi e questa fede non sia stata adeguatamente supportata, neanche da chi dovrebbe essere il paladino stesso della protezione della cristianità".

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IL COMMENTO
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