Politica

Il senatore: "Ci sono responsabilità morali in capo ai soci che lucravano sulle mancate manutenzioni delle autostrade"
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GENOVA - "Che non cali l'attenzione su ciò che ha fatto Aspi" E' questa la richiesta che arriva a gran voce da parte dei familiari delle vittime che il 14 marzo del 2018 morirono a causa del disastro del ponte Morandi in cui persero la vita 43 persone. All’indomani della richiesta di rinvio a giudizio per l’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci e altri 58 imputati oltre alle due società Aspi e Spea per il crollo del ponte Morandi, il messaggio dei familiari è forte e chiaro.

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Il senatore di Alternativa Mattia Crucioli, candidato sindaco per Genova, accoglie e fa sua questa richiesta: “Ricordo a tutti – dice Mattia Crucioli - che al di là delle responsabilità personali degli imputati ci sono responsabilità morali in capo ai soci che lucravano sulle mancate manutenzioni delle autostrade. E che quindi la vicenda relativa agli accordi tra lo stato ed Aspi ha una connotazione etico-morale. Se il Comune di Genova e la Regione Liguria non avessero accettato quelle briciole di risarcimento che sono state loro offerte, oggi avremo ancora gli enti locali costituiti parte civile nel procedimento. Il che consentirebbe alla collettività di recuperare molto di più in termini di risarcimento e consentirebbe anche alla magistratura di comminare sanzioni più gravi nei confronti delle società. Ricordo anche che uno dei parametri che la giustizia può utilizzare per decidere di comminare le sanzioni più gravi come quella dell'interdizione dai contratti pubblici è proprio la presenza di parti civili non soddisfatte. Insomma, se Bucci e Toti si fossero costituiti parti civili senza accettare quell’indennizzo minimo, oggi Aspi avrebbe maggiori possibilità di avere una sanzione esemplare”.

Mattia Crucioli chiede al sindaco Bucci in che modo abbia valutato la congruità dell’indennizzo “a fronte degli enormi danni che ha avuto tutta la collettività genovese e perché non ha pensato che restando parte civile avrebbe ottenuto di più oltre che consentire una protezione maggiormente rigorosa nei confronti di Aspi”.

Crucioli ricorda a tal proposito di aver inviato al Comune di Genova una PEC con un’istanza di accesso agli atti che non ha mai ricevuto risposta proprio per il computo dei danni subiti e della congruità del risarcimento da chiedere.

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