GENOVA- "Se Autostrade per l'Italia avesse investito anche una piccola parte degli enormi profitti guadagnati si sarebbe potuto evitare la grande tragedia del Morandi"
A puntare l'indice contro Aspi è il procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto in una lunga intervista esclusiva a Primocanale il giorno dopo la richiesta di rinvio a giudizio dei 59 imputati da parte dei due pm titolari delle indagini sulla tragedia del 14 agosto 2018 costata la vita a 43 persone.
Dalle parole dei pubblici ministeri emerge più che mai che l'ex amministratore delegato di Autostrade Castellucci era il dominus di tutta l'azienda e dunque non poteva non sapere, emerge dunque che non sono solo fantasie astratte come dicono gli avvocati difensori ma ci sono anche dei fatti?
"La versione della procura è questa - risponde Pinto - certamente i difensori la penseranno in maniera opposta a quello, ma quello che è stato fatto come lavoro dalla procura, è di dimostrare con i fatti che a nostro avviso c'è un pieno coinvolgimento della persona che lei ha indicato, tanto è vero che c'è stata una richiesta di rinvio a giudizio".
Il procuratore capo fa il punto del processo dopo undici udienze.
"I pm Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno esposto tutti gli elementi raccolti nella fase istruttoria evidenziando tutte le problematiche giuridiche che pone questa indagine, e poi hanno esaminato le posizioni dei 59 indagati per cui la procura chiede il rinvio a giudizio. Un lavoro molto complesso perché si è preferito, data la particolare complessità del processo e i particolari interessi che vi sono coinvolti fare una dettagliata ricostruzione che spesso non si verifica nella udienza preliminare
Il procuratore anticipa i possibili tempi del processo:
"Ora ci sarà lo spazio sia per le parti civili che per le difese per esporre le loro considerazioni e il giudice dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio, le udienze sono molto serrata, quattro a settimana e quindi si spera che per almeno per la metà o la fine di marzo si possa arrivare a una prima decisione del giudice sul rinvio a giudizio
Pinto ammette i problemi causati dalle carenze di organico degli uffici giudiziari che impone il termine delle udienze alle 15.30 anche se potrebbero dilungarsi anche oltre...
"I problemi di scarsezza di personale sono noti e devo dire che tutte le udienze terminano alle 15.30 ma sono udienze particolarmente cariche e dunque andare oltre sarebbe un problema per la stanchezza che si può provocare fra gli addetti ai lavori, certamente il problema delle udienze che durano a lungo si porrà anche nella fase successiva del dibattimento, perchè ci sarà necessità di escussioni di testimoni evidentemente sarebbe opportuno che anche il pomeriggio si potesse fare udienze".
Poi risponde alla possibilità che alcuni reati, come temono i familiari delle vittime, possano cadere in prescrizione.
"Allo stato speriamo di no, tutto si gioca sui tempi del processo di primo grado"
L'udienza preliminare è a porte chiuse, ma il dibattimento, il vero processo, sarà a porte aperte.
"Certo, come tutti i dibattimenti sarà a porte aperte perchè non ci sino fatti che richiedono le porte chiuse come ad esempio le violenze sessuali o i reati che riguardano i minori, per il tipo di reati e di imputati il processo del Ponte si svolgerà a porte aperte".
Due parole sulla richiesta di ricusazione del Gup Paola Faggioni da parte di otto indagati che ha fatto perdere un mesetto o poco più: ha creato problemi?
"La Cassazione è stata molto sollecita, è diritto degli imputati chiedere la ricusazione dei giudici, l'importante è che il meccanismo che poi si è attivato ha portato alla decisione della Cassazione".
Una delle notizie che colpisce di più è che Autostrade aveva alzato i massimali dell'assicurazione per eventuali tragedie provocate dalla scarsa manutenzione, può sembra quasi un'ammissione di colpa?
"Non è una ammissione di colpa è certamente per quanto riguarda la nostra ricostruzione è un elemento indiziario".
Quali sono gli elementi indiziari più importanti?
"Sono evidenziati soprattutto quelli legati a manutenzioni risibili anche per quanto riguarda anche l'entità degli importi spesi rispetto alle necessità che un'opera del genere richiedeva nel corso degli anni tenuto conto che da quanto emerso sin dall'inizio degli anni '90 la struttura era già compromessa".
Si intuisce perché dopo avere messo in sicurezza una delle pile non hanno fatto lo stesso con le altre evitando così la tragedia?
"Questo sarà materia del processo, c'è stata una tesi che la procura ha esposto le sue tesi, in linea di massima riteniamo che siano andati parecchio al risparmio di quello che doveva essere lo standard qualitativo e quantitativo delle manutenzioni".
Le intercettazioni dicono anche che non hanno messo in sicurezza il ponte perché volevano dividersi più profitti?
"Le intercettazioni dicono quello che dicono, noi abbiamo dato una interpretazione, posso solo aggiungere che rispetto agli enormi profitti nel frattempo guadagnati dall'impresa, se anche solo una piccola parte fosse stata messa a disposizione delle opere di manutenzione non saremmo arrivati a queste purtroppo tragiche conclusioni".
Cosa si sente di dire ai familiari delle vittime?
"La procura non fa altro che continuare a fare il proprio lavoro grazie all'opera seria e molto approfondita dei colleghi che si stanno occupando di questa tragedia, speriamo di farlo in maniera esaustiva e completa e questo è il migliore omaggio che possiamo fare alle vittime di questi reati"
Ripetiamo le accuse mosse ai 59 imputati...
"Dal falso al disastro e tutti gli omicidi colposi che sono avvenuti".
In parallelo con il processo per il crollo sono partite altre inchieste parallele sulle barriere fonoassorbenti e le gallerie e i viadotti degradati nate dalla tragedia del 14 agosto 2018 di cui lei è anche titolare delle indagini, a che punto sono queste indagini?
"La guardia di finanza sta ultimando alcuni controlli e speriamo che entro la fine dell'estate si possano inviare già gli avvisi di conclusioni indagini e possibilmente le richieste di rinvio a giudizio, sono stati approfonditi elementi che avevano già portato anche all'adozione di misure di custodie cautelari. Contiamo di fare un unico processo, anche perché molte persone sono le stesse coinvolte nelle tre inchieste"
Le macerie del ponte Morandi: i pm della procura vogliono dissequestrarle, i difensori degli imputati sono contrari.
"A nostro avviso tutti gli accertamenti sono stati fatti e non c'è più bisogno di mantenere il sequestro"
Da cronista posso ipotizzare che nel dibattimento ci possa essere una grossa battaglia di perizie su questi reperti?
"Può ipotizzarlo - risponde con un sorriso Pinto - credo che sarà un dibattimento piuttosto conflittuale"
Il procuratore capo poi ribadisce che il processo sulla tragedia del Morandi sarà a porte aperte, e lo fa sottolineando il grande ruolo della magistratura in una società civile.
"In una democrazia l'esercizio della giustizia si deve fare alla presenza di tutti e l'amministrazione della giustizia deve essere una casa di vetro, il dibattimento è un elemento centrale e come tale un evento pubblico dell'amministrazione della giustizia".
IL COMMENTO
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