Pare ormai che i candidati si decidano in base ai sondaggi. Il Partito Democratico avrebbe commissionato in agosto un sondaggio sui suoi candidati a una nota società di rilevamenti e alla domanda: “QUANTA FIDUCIA HA IN …..”. I più graditi sarebbero risultati Luca Pastorino e Lorenzo Basso, rispettivamente con il 59% e il 57%. Al terzo posto ci sarebbe Andrea Orlando con il 52% e al quarto Marco Russo, sindaco di Savona, con il 48%.
Ho cercato il sondaggio completo sul sito “sondaggipolitici” di Agcom ma non risulta ad oggi pubblicato, ma questi sono i dati su cui si dibatte pesantemente negli ambienti del partito democratico.
Da una parte è forte la pressione di una componente del Pd di decidere subito, invitando tutti nel partito e alleati a sostenere compatti la candidatura dell’ex Guardasigilli, lo spezzino Andrea Orlando. Ma i dubbi sulle possibilità che sia il candidato giusto ci sono, sia a livello locale che nazionale.
Anche da Roma infatti la Segretaria del Pd Elly Schlein vorrebbe dare questa opportunità ad un azionista importante del partito come Orlando, che qualora eletto si occuperebbe meno del nazionale: un modo elegante per marginalizzarlo ed estrometterlo dal centro decisionale del potere romano? Roberta Pinotti ex Ministro della Difesa sostiene fortemente la candidatura di Orlando che qualora eletto Governatore lascerebbe il posto in parlamento a Alberto Pandolfo da sempre pinottiano e attuale vice presidente del consiglio comunale.
Pandolfo infatti ha declinato l’opportunità di candidarsi a consigliere regionale credendo fortemente nella affermazione di Orlando anche perché in caso di sconfitta di Orlando, è quasi certo, che l’ex Guardiasigilli rinuncerebbe a fare il leader dell’opposizione in Regione e opterebbe, come suo diritto, di restare a Roma. Pandolfo perderebbe dal tappo e dalla spina ma è una opportunità, sebbene rischiosa, alla quale preferisce non rinunciare.
Il centrodestra auspica che sia Orlando il candidato del centrosinistra che viene ritenuto, magari da qualche altro sondaggio, quello più facile da battere sia per la sua città natale che è La Spezia, sia perché non entusiasma parti del Pd che non vorrebbero uno spostamento così forte a sinistra e un clima di sudditanza del partito verso Ferruccio Sansa e Avs. Il Pd, a partire dalla segretaria Schlein vorrebbe anche che Italia Viva facesse parte della coalizione mentre Sansa è categorico sulla impossibilità’ di questo ingresso che ha commentato pesantemente senza esclusione di colpi, sui suoi social.
Ma anche la posizione di Sansa non è semplice perché vorrebbe candidarsi con Avs che però ha una opposizione interna dai candidati che ritengono di aver diritto ad una candidatura in regione dopo anni di battaglie e sacrifici. Non si può dimenticare che una legislatura per un consigliere regionale vale oltre 500 mila euro netti che non sono bruscolini senza considerare tutti gli altri benefit.
Sansa quindi deve trovare una sua collocazione per ricandidarsi o con la sua lista civica oppure entrando nella lista del presidente ancora tutta da definire ma Sansa ritiene che con Orlando candidato alla presidenza avrebbe comunque un posto assicurato.
L’obiettivo poi di Avs è chiaro ed è quello di superare il Movimento 5 Stelle proprio nella regione di Beppe Grillo obiettivo che sembrerebbe molto raggiungibile considerando che una parte dei voti dei pentastellati convergeranno su Uniti per la Costituzione del fondatore Mattia CRUCIOLI che ha candidato a Presidente il genovese Professor Nicola Morra, già Presidente della Commissione antimafia (LEGGI QUI). Beppe Grillo stesso potrebbe sostenere apertamente o meno, Nicola Morra considerando la frattura in atto con l’ex presidente del Consiglio Conte e la “resa dei conti” che si terrà a breve su principi come il terzo mandato e la proprietà del logo collegato anche a diritti su siti e social: anche qui gli interessi economici dei due contendenti non sono per nulla trascurabili.
Non va dimenticato che proprio Uniti per la costituzione alle elezioni comunali del 2022 superò il 3%, facendo diventare consigliere il candidato sindaco Mattia Crucioli e che tale operazione fece perdere il secondo consigliere ai 5 Stelle, che oggi ne ha solamente 1 al pari di Uniti per la Costituzione di Crucioli.
Va anche considerato che tenere fuori Italia Viva dal campo largo vuol dire tenere fuori anche l’Onorevole Lella Paita, spezzina molto vicina a Tonino Gozzi primario industriale italiano, vice presidente di Confindustria. Marito della Paita è altro spezzino molto influente, Luigi Merlo ex presidente del porto di Genova, oggi uno dei primari riferimenti italiani del Comandante Aponte, proprietario di uno dei gruppi navali più forti del mondo e prossimo proprietario del Secolo XIX.
La Paita è da sempre in pesante contrapposizione con Orlando sul Comune di Spezia, oggi nelle mani del centrodestra con il sindaco ex sindacalista Peracchini anche per le lotte intestine del Pd e delle sue varie componenti, compreso un altro antagonista storico di Orlando, Lorenzo Forcieri, ex Questore del Senato, e ex presidente del Porto di La Spezia.
Oggi si dibatte di tutto questo nel Pd spezzino, genovese, ligure e nazionale. Vediamo se il 30 agosto a Sant’Olcese, nella festa organizzata dal Vice presidente del consiglio regionale, il piddino Armando Sanna, verrà finalmente firmato il “patto del salame” o se si dovrà rimandare la scelta del candidato presidente, magari ad una prossima sagra di pansoti, trofie o focacce al formaggio o perché no a Camogli una edizione speciale del padellone del fritto misto.
IL COMMENTO
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