GENOVA - Passata la mozione di sfiducia nei confronti del presidente (sospeso) Giovanni Toti, la politica pensa già al dopo. E il dopo ha un nome e un cognome, anzi più che altro ha una data: 10 giugno. Sarà il giorno dello spoglio, quello in cui si delineeranno gli esiti dei partiti italiani, e se alcuni cercheranno la conferma, altri proveranno a sovvertire i pronostici. Da Fratelli d'Italia che proverà a consolidare la leadership della premier Giorgia Meloni al Partito Democratico che cercherà il riscatto proprio in Liguria.
Entrambi i partiti aspetteranno l'esito dell'election day per mandare un messaggio forte e chiaro ai propri alleati e ai proprio avversari. In mezzo ci sono le altre forze politiche, dalla Lega al Movimento Cinque Stelle, passando per Forza Italia, fino ad arrivare al centro di Renzi e Calenda. Proprio quest'ultimi sono chiamati alla prova dello sbarramento, dovranno infatti superare il 4%. Perché se è vero che si tratta di Europee (si vota anche per le Amministrative ndr), è altrettanto vero che le elezioni saranno un banco di prova per i partiti.
Rilevanza nazionale, ma non solo, soprattutto in Liguria, con all'orizzonte la possibilità che possa materializzarsi il voto anticipato. E allora i risultati potranno scatenare, da una parte e dell'altra, nel centrodestra come nel centrosinistra, le future mosse politiche. Nel frattempo, sotto il cielo ligure, la maggioranza ha blindato Giovanni Toti, confermando, al momento, la solidità della giunta. La maggioranza si è mostrata ancora una volta compatta, unita intorno alla figura dell'ex forzista, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso. 18 voti contrari, 11 voti favorevoli.
Che la partita si sia chiusa qui? Non è ancora dato saperlo, gli esperti della politica lanciano la palla in avanti, almeno fino alla fine del mese di giugno, per capire quali saranno le mosse di Giovanni Toti e della sua maggioranza da una parte e quelle della procura dall'altra. Ma la sensazione è che il futuro della Liguria passerà soprattutto da Roma, in particolar modo da palazzo Chigi.
Potrebbe essere proprio la presidente del consiglio Meloni a suggerire, o magari "imporre" un passo indietro al presidente ligure, qualora la situazione giudiziaria non si bloccasse e quella politica rischiasse di lacerare troppo lo stato di salute dei partiti di centrodestra, in particolar modo del suo. Fratelli d'Italia infatti potrebbe decidere di provare a capitalizzare il proprio consenso, qualora venisse confermato anche dall'esito delle Europee. Così, potrebbe decidere di caldeggiare la sfida nelle urne contro il centrosinistra, per non far logorare i voti proprio dall'inchiesta giudiziaria.
IL COMMENTO
Fare sindacato non vuol dire che il governo sbaglia tutto
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