GENOVA - "Ho parlato personalmente con il ministro dell'Interno, non c'è nessuna decisione presa né se fare un centro per i rimpatri in Liguria, né quando farlo, né dove farlo, stabiliremo insieme dove è più utile farlo nel momento in cui sarà nota la volontà del Ministero dell'Interno, altrimenti è una polemica sul niente, quando una decisione non è stata ancora presa".
Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in una diretta video via Facebook ribadisce che il Ministero dell'Interno non ha ancora deciso di realizzare un Cpr nell'ex caserma dell'esercito Camandone a Diano Castello (Imperia). "Nessuno dice che bisogna aprire a Diano un centro per i rimpatri, - dichiara Toti - c'è un progetto varato alcuni mesi fa dal Ministero dell'Interno, la Regione non ha competenza, neppure il Comune, gli stranieri che sbarcano nel nostro Paese sono davvero moltissimi, quindi il progetto prevede che per agevolarne il rimpatrio chi viene trovato sprovvisto dei documenti per poter stare in Italia e per lo più manifesta comportamenti antisociali, pericolosi o di grande disturbo, possa essere momentaneamente recluso in un luogo per essere rimandato al suo Paese, come fanno tutte le democrazie civili del mondo".
"Si tratta di un posto chiuso, - ricorda Toti - non accessibile al pubblico e che fuori non produce gli effetti dell'ospitalità diffusa dei centri dove ospitiamo gli stranieri con libertà di movimento e molto spesso non possono essere neppure identificati, quindi credo non comporti nessun nocumento al territorio". Domani il comitato 'No al Cpr nel Golfo Dianese' ha organizzato una manifestazione davanti all'ex caserma Camandone per manifestare contro il progetto del possibile primo Cpr in Liguria.
IL COMMENTO
Cuocolo, la dimostrazione che a Genova i "giovani" possono fare bene
Il senso civico di Besi