
GENOVA - Il 25 aprile è una data che tutti devono riconoscere, rappresenta la fine dell'occupazione tedesca, la pace dopo cinque anni di una guerra spietata, la vittoria della resistenza con gli alleati e l'inizio di una nuova avventura repubblicana. È questo il senso della Giornata della Liberazione, che ogni anno naviga in mezzo alle polemiche, tra chi si riconosce e chi non si riconosce nella parola "antifascismo". Ultimo, solo in ordine di tempo, l'episodio che ha coinvolto lo scrittore Antonio Scurati e il suo testo sul 25 aprile, bloccato, o forse, oscurato, in Rai. Una polemica che si trascina ancora, tra il cachet da 1.800 euro (considerato troppo caro ndr) e una motivazione prettamente editoriale, dai contenuti scomodi per il Governo di Giorgia Meloni.
"Il 25 aprile da sempre porta con sé delle polemiche e quando finiranno forse davvero l'Italia sarà maturata e avrà fatto sì che questa data sia davvero una festa di tutti - commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Occorre ribadire con grande chiarezza che la nostra è una Repubblica fondata sull'antifascismo, che nasce dalle ceneri di una guerra tragica che ha danneggiato l'Europa e in cui la resistenza partigiana ha fatto la propria parte". Il presidente ligure riconosce il ruolo dei partigiani che hanno contribuito a riscattare un Paese, facendolo sedere tra le democrazie che hanno vinto la guerra.
"Dall'altra parte però occorrerebbe che tutte le culture del nostro Paese, e non solo le forze politiche, riconoscessero che la Liberazione è una festa di tutti, delle grandi democrazie a partire dagli Stati Uniti d'America e dalla Gran Bretagna, che hanno difeso la bandiera della libertà anche nei tempi più cupi dall'inizio della guerra" prosegue Toti. Le forze partigiane sono state rappresentate dai militari badogliani e monarchici, fino alle brigate Garibaldi del Partito Comunista. Una storia da ricordare, perché come sottolineato dall'ex forzista, si trova nella carta costituzionale.
"Non mi sembra così difficile ricordarlo e neanche così complesso da farne patrimonio comune" la stoccata di Giovanni Toti ai fautori dei pro e anti 25 aprile. Una regola a cui tutti rispondono, soprattutto chi ha una carica democratica ed elettiva e che si rifà alla stessa costituzione. "Sarebbe ora di smorzare le polemiche e di evitare ogni genere di distinguo, per chiudere l'epoca di chi ritiene questa festa più sua che di altri, e celebrarla tutti insieme come fa la Francia con la Presa della Bastiglia e l'America con il 4 luglio, un elemento fondativo del nostro Paese" commenta il presidente Toti.
IL COMMENTO
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse
Alla politica del futuro di Genova non interessa?