Politica

Esther Cuesta: "Nel momento in cui gli aspiranti, candidati e rappresentati eletti vengono eliminati fisicamente, uccisi, la democrazia in quanto tale non esiste"
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GENOVA - Anche da Genova gli occhi in queste ore sono puntati sul brutale assassinio del candidato alla presidenza dell'Ecuador Fernando Villavicencio, ucciso in un agguato alla fine del suo comizio a Quito. Villavicencio, giornalista di professione, è stato colpito alle spalle da diversi proiettili, mentre era in procinto di salire sull'auto. Il presidente dell'Ecuador Guillermo Lasso, di destra dopo due decenni, ha dichiarato lo stato di emergenza, spiegando che le forze armate si mobiliteranno in tutto il territorio nazionale per garantire la sicurezza dei cittadini, oltre alla tranquillità del Paese. Sembrano invece confermate le elezioni libere e democratiche del 20 agosto. 

Dal capoluogo ligure la candidata Esther Cuesta, già console dell'Ecuador a Genova, e attuale candidata al parlamento ecuadoriano per il partito Revoluciòn Ciudadana (partito di sinistra), ha espresso a Primocanale le proprio condoglianze per quanto accaduto nel suo paese. "Quello che è accaduto a Quito è un evento tragico, manifestiamo la nostra solidarietà e le nostre condoglianze alla famiglia, in particolare alla moglie e alle figlie del candidato presidenziale barbaramente ucciso, e anche alle persone che sono rimaste ferite".

Quello che è a rischio è la tenuta democratica, a pochi giorni dal voto presidenziale. "In democrazia le divergenze politiche si risolvono attraverso i confronti, i dibattiti negli spazi appropriati, nel parlamento e nelle aule deputate alla democrazia - commenta Esther Cuesta -. Nel momento in cui gli aspiranti, candidati e rappresentanti eletti vengono eliminati fisicamente, uccisi, la democrazia in quanto tale non esiste".

Da analizzare poi c'è un dato, che deve far riflettere e preoccupare, non solo la comunità ecuadoriana. Negli ultimi mesi infatti, ha spiegato l'ex console di Genova, nel partito Revoluciòn Ciudadana sono stati uccisi due candidati alle elezioni popolari e una autorità eletta, senza considerare gli altri rappresentanti uccisi in questo periodo. 

Arriva poi l'appello, il richiamo disperato alle istituzioni competenti, al governo, alle forze dell'ordine e a tutti gli organi dello Stato, perché si facciano carico della sicurezza del paese e della vita delle persone. "Non ci sono però solo i politici, ma tutti i cittadini, anche quelli meno visibili mediaticamente. L'Ecuador vive un periodo di insicurezza e di violenza mai successo prima, che è il risultato evidente delle fallimentari politiche del governo attuale del signor Lasso" conclude Esther Cuesta. 

 

 

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