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Il presidente ligure: "Tra Renzi e Calenda è come fra moglie e marito, tenderei a non metterci il dito" perché la situazione, è sotto gli occhi di tutti, è già molto complessa
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GENOVA - È un'Italia al centro quella che vuole e auspica oramai da anni il presidente della Liguria Giovanni Toti, che lavora per mantenere salda la posizione centrista anche in Regione. Mancano due anni alle Regionali liguri e, nonostante sia ancora presto, si sa, in politica è meglio anticipare i tempi, per non arrivare lunghi, come si sul dire. E allora sono molti quelli che si chiedono che cosa farà il presidente Toti nel 2025, cercherà di lavorare al terzo mandato, punterà su un candidato forte della sua area o si "arrenderà" ai partiti?

"Noi continuiamo soprattutto l'esperienza delle liste Toti in Liguria, le liste civiche di tanti sindaci che governano questo territorio, stiamo proponendo al Paese un modello amministrativo politico che è quello della Liguria, dopodiché siamo disponibili ad ascoltare tutte le proposte e a partecipare a qualsiasi proposta. Fin dall'inizio la nostra idea era quella di costruire un centro che avesse più sfaccettature e più protagonisti e a questo continuiamo a lavorare". Non solo 2025 ma anche le prossime Politiche, nei piani di Giovanni Toti, che lavora per farsi trovare pronto.

"È chiaro che alle prossime elezioni politiche, che arriveranno fra quattro anni, cercheremo di fare in modo che ci sia un centro che abbia qualcosa da dire anche dialogando con Forza Italia che resta il principale partito di quel centro politico ma non il solo. A questo dobbiamo lavorare, sono poco affezionato alle sigle e ai nomi, anche ai miei francamente, sono molto affezionato all'idea che si possa mettere insieme un grande schieramento federalista, fatto di tanti marchi e di tante persone e che possa dire la sua nella politica italiana. Abbiamo davanti un lasso di tempo sufficientemente ampio per lavorare senza avere fretta e urgenza".

Esiste poi un tema, quello legato al grande centro, che al momento a parte in alcuni comuni italiani, ha deciso di correre da solo. Ed è quello del Terzo Polo, o di quello che resta, tra Italia Viva e Azione. Ma come ha sottolineato il presidente Giovanni Toti, "tra Renzi e Calenda è come fra moglie e marito, tenderei a non metterci il dito" perché la situazione, è sotto gli occhi di tutti, è già molto complessa. 

Proprio nella giornata di ieri, domenica 21 maggio, si è tenuto il congresso nazionale di "Noi Moderati", dove le varie forze politiche del centro si sono confrontate sul futuro dei partiti. "Ieri abbiamo fatto alcuni ragionamenti con uomini e donne che provengono dalla nostra storia politica e che hanno voglia di dare a questo governo Meloni una gamba moderata sempre più forte, più propositiva e numericamente più incisiva".

Dal congresso è emerso che serve uno sforzo per costituire un nuovo partito o allargare questo centro. "Occorre lavorare sul mondo delle liste civiche, delle liste locali, dei vari frammenti di quell'esodo moderato che in questi anni si è disperso, senza per questo necessariamente costruire un partito novecentesco di cui nessuno sente il bisogno e che probabilmente non è al passo con i tempi ma costruire una grande federazione, un grande spazio dove tante persone possano ritrovare voglia e voce per fare politica - ha concluso Giovanni Toti -. Questo è l'obiettivo, nessuna fretta, ma noi per lavorare a questo ci possiamo essere in qualsiasi momento".

 

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