Politica

Per il Governatore "non sono le aule di tribunale il luogo deputato a giudicare quei fatti"
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GENOVA - L'inchiesta della Procura di Bergamo sui primissimi tempi del Covid, azione che coinvolge tra gli altri l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, "è un'assurdità". Lo ha detto il Governatore della Liguria Giovanni Toti. 

Oltre a Conte e Speranza (le cui posizioni dovranno essere vagliate dal tribunale dei Ministri) nel mirino degli inquirenti sono finite altre 15 persone, tutte titolari di incarichi importanti nei primi giorni della pandemia: tra gli altri ci sono il presidente della Regione Lombardia Fontana, l'ex assessore alla Sanità Gallera, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il coordinatore dell'allora Comitato Scientifico Agostino Miozzo, l'ex capo della protezione civile Angelo Borrelli e tra i tecnici del ministero della salute l'ex dirigente Francesco Maraglino.

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia la procura bergamasca vuole approfondire le decisioni che sono state prese in quei momenti concitati, in un'area che è stata colpita con particolare durezza dal virus: ma per Toti, che pure non è politicamente vicino a molte delle personalità indagate, la Procura sta sbagliando

"Premesso che non ho letto le carte di questa inchiesta - dice il presidente ligure - ma credo che questa sia un'assurdità di proporzioni colossali. Indagare su un fenomeno, analizzando le decisioni di allora con le conoscenze di oggi, è sbagliato: all'epoca il nostro nemico era totalmente ignoto, non conoscevamo i rimedi. Io ricordo benissimo quei giorni e tutti, anche le persone che oggi sono coinvolte nell'inchiesta, hanno fatto francamente del loro meglio".

Toti punta il suo dito contro la decisione di indagare: "Farlo in questo modo, giudicare con gli occhi di oggi i fatti di allora, è una cosa insensata e indegna di un Paese civile. Credo che sia anche una mancanza di rispetto per chi ha sofferto e per chi ha dovuto prendere decisioni fondamentali, sotto la propria responsabilità, avendo scarse conoscenze trovandosi di fronte a un fenomeno che vedevamo per la prima volta nella storia". 

"Non credo che siano le aule dei tribunali il luogo per giudicare quei fatti - conclude Giovanni Toti - è un percorso che non porterà a nulla in termini di verità o di maggiori conoscenze di quello che è accaduto". 

 

 

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