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SANREMO - Da una parte il rinnovo della concessione del Festival di Sanremo con la Rai, dall'altra l'eterna ipotesi di un nuovo Festival musicale in una città più centrale come Milano o Roma. Anche quest'anno animano la città di Sanremo all'indomani della kermesse canora questi due prospettive che ciclicamente tornano a far discutere associazioni di categoria e politica, ancor più dopo le polemiche che hanno investito questa 63esima edizione. Secondo il senatore di Fratelli D'Italia Gianni Berrino, sanremese doc, "Al fatto che ci sia il rischio che il Festival di Sanremo si duplichi, io non ci ho mai creduto e non ci credo: ci hanno provato in tantissimi a fare manifestazioni musicali anche competitive, ma il marchio del Festival di Sanremo è di proprietà del Comune di Sanremo e quello vero della canzone italiana si può fare solo nella città dei fiori". 

E in effetti il Festival in questi ultimi anni ha dimostrato di voler stringere nuovamente i legami con la città e la Liguria: forse anche alla luce dell'interesse di tanti sponsor che è per questo che è arrivata a Palazzo Bellevue un'offerta da un soggetto privato. 

"Il successo di questi ultimi anni può provocare l'interesse anche di altre società di produzione. Penso che il Comune di Sanremo, se avrà delle offerte congrue e soprattutto serie, dovrà trovare il modo per analizzarle e per scegliere in maniera consapevole: sicuramente la concorrenza sempre fa sempre bene, ma ricordiamo che la prima cosa da garantire è la qualità del Festival"

Una scelta che comunque, secondo Berrino, non deve dipendere da influenze esterne ma dalle ricadute economiche sul territorio. E secondo lui il cambio dei vertici Rai "non deve essere imputabile a Sanremo. Dire Sanremo. Io lo da sanremese, l'ho guardato tutte e cinque le sere, e mi sono espresso laddove le cose non mi sono piaciute. Io trovo veramente brutto che qualcuno utilizzi una manifestazione che è essenzialmente di musica come Sanremo per lanciare messaggi politici che siano di destra o di sinistra o di centro". 

"Deve tornare più ad essere il festival della musica e, se vogliamo, anche del costume, lasciando perdere politica, religione, sesso"

E alla fine di questo Festival nella playlist di Berrino non rientra il brano di Rosa Chemical, di certo. Ma, a sorpresa, "al di là del messaggio poi lanciato a margine della canzone, a me quella che è piaciuta di più, quella degli Articolo 31". 

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