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In Italia come in Emilia Romagna? È questo l’obiettivo, non più nascosto, del presidente emiliano. D’altronde, come aveva detto ai microfoni di Primocanale, “io governo da Calenda a Fratoianni”
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GENOVA - Stefano Bonaccini ed Elly Schlein ai blocchi di partenza per il rush finale che varrà il ruolo di nuovo segretario del Partito democratico. Nei circoli d’Italia non c’è stata partita, il presidente dell’Emilia Romagna e la deputata dem hanno staccato gli altri due candidati Gianni Cuperlo e Paola De Micheli di decine di punti percentuali. Stefano Bonaccini è stato il più votato con circa il 55%, seguito da Elly Schlein, che si è fermata al 35%. Una scelta di campo quella degli iscritti Pd che si sono confrontati per giorni sulle varie mozioni presentate dai quattro esponenti. Al fianco del presidente dell’Emilia Romagna sindaci e amministratori che riconoscono in Stefano Bonaccini capacità di gestione e concretezza di azione, per un Pd che è chiamato a ritrovare e rilanciare se stesso.

Perché se è vero che ha tenuto in Lazio e Lombardia nonostante la sonora sconfitta e la vittoria schiacciante del centrodestra (si è votato domenica e lunedì ndr), è altresì evidente che senza una coalizione più ampia questo centrosinistra è destinato a rincorrere per anni. Ma sulla vittoria di Bonaccini nei circoli nazionali dem, non ha dubbi Vittoria Canessa, su chi gli elettori abbiano scelto: “Gli iscritti del Partito democratico hanno già dato l’indicazione su chi vogliono che sia il loro segretario e lo hanno già eletto per questa partita”. L’esponente della segreteria regionale, che appoggia la mozione di Bonaccini, analizza il voto sul territorio ligure. “Genova e Spezia vogliono Elly Schlein, ma stiamo parlando di due province nelle quali non si vince da diverso tempo, mentre a Savona - dove il partito è più aperto e rivolto alla cittadinanza - ecco che lì vince Stefano Bonaccini, proprio dove governiamo sia nella città della Torretta che ad Albenga”.

Una stoccata quindi ai vertici del Partito democratico ligure e genovese che confermano consenso tra gli elettori Pd ma non riescono a trovare la via del successo nelle città cardine della regione. Genova e la Liguria ribadiscono quindi la loro tradizione rossa e più a sinistra, con la vittoria di Elly Schlein che però, se vorrà battere Bonaccini, dovrà convincere gli elettori fuori dai circoli Pd. “Restiamo convinti che il risultato esterno sulle Primarie di Elly è strettamente collegato alla partecipazione che ci sarà il 26 febbraio, più aumenterà la partecipazione, più Schlein avrà speranza di recuperare consensi – spiega il segretario provinciale di Genova Simone D’Angelo –. Sembra un dato automatico e scontato ma non lo è perché la nostra ambizione è quella di riuscire a costruire un partito in grado di abbandonare l’autoreferenzialità, con la capacità di essere inclusivo, per recuperare quei sette milioni di elettori che negli ultimi dieci anni hanno abbandonato il Pd”.

È possibile che in Liguria si giochi una partita a sé, con gli Ellyschliani che proveranno a trascinare al voto quella sinistra delusa e scontenta, ma la vera sfida sarà quella che Stefano Bonaccini, qualora dovesse essere confermato il consenso, dovrà affrontare dal 27 febbraio. Gli elettori del Partito democratico chiedono il cambiamento, e la bravura di Bonaccini, o di Schlein, sarà quella di soddisfare le diverse anime dem. In Italia come in Emilia Romagna? È questo l’obiettivo, non più nascosto, del presidente emiliano. D’altronde, come aveva detto ai microfoni di Primocanale, “io governo da Calenda a Fratoianni”. Ed è quello che auspicano gli elettori di centrosinistra.

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