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"Il Pd ha bisogno di personalità che vengano dal partito, che siano innanzitutto iscritte, capaci negli anni di viverselo dall'interno", aggiunge Lodi, che manda una frecciata alla candidata Elly Schlein
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GENOVA - Stefano Bonaccini, lo racconta e lo descrive da vera combattente Cristina Lodi, come colui "in grado di dare al partito e al Paese stabilità e proposte concrete. Dimostra di essere in grado di farlo". Per la consigliera comunale dem quella che si sta configurando è un'occasione per riaccendere la speranza e pensare a un partito che torni ad allargarsi in termini di condivisione. "Il Pd ha bisogno di personalità che vengano dal partito, che siano innanzitutto iscritte, capaci negli anni di viverselo dall'interno", aggiunge Lodi, che manda una frecciata alla candidata Elly Schlein. Iscritta al Pd durante i primi anni, fuoriuscita ai tempi di Matteo Renzi e adesso rientrataci per correre verso la segreteria. "Credo nelle origini del Partito democratico e nella possibilità di lavorare da dentro, anche nei momenti di difficoltà".

Bonaccini come Renzi? "È un'interpretazione strumentale, lui fa parte del Pd, ha una sua autonomia e lo ha sempre dimostrato, io sono stata renziana ma ho scelto poi di non seguire l'ex premier. Chi ha lavorato con lui (Matteo Renzi ndr) non deve pagare la colpa, noi abbiamo bisogno di vincere e di tornare a governare". La corsa per una poltrona da segretario è al momento a quattro, tra Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo, ma che si ridurrà a due quando si avvicinerà il voto del 26 febbraio. "Ho scelto Bonaccini perché ha portato avanti politiche che puntano alla parità di genere e al sostegno al mondo del lavoro. Io sono per le donne, ma non vuol dire per questo votarle a ogni costo. Quello che non mi è piaciuto di Elly è l'entrata e l'uscita dal partito, questo cambia tutto e non mi piace. Io per esempio, sono sempre rimasta, anche quando non ero in situazioni favorevoli", incalza la consigliera Lodi. 

Quello a cui punta Cristina Lodi, e che trova l'appoggio del presidente dell'Emilia Romagna, sono le primarie per scegliere i candidati e i dirigenti di partito. Primarie che se ci fossero state lo scorso anno per la scelta del candidato sindaco, avrebbero probabilmente portato la consigliera alla candidatura di primo cittadino. "Le scelte del presidente di Regione nel 2020 e quelle del sindaco nel 2022 non partivano da una visione unitaria vera. Quello che stiamo provando a fare è di presentare Stefano come proposta progressista, che non tenda a dividere ma a unire. Giuste le primarie aperte, senza il Pd non esistono altri partiti che possano contrastare questo governo di destra", ha aggiunto Lodi.

Stefano Bonaccini ha avuto la capacità di allargare, dal centro alla sinistra nella sua Emilia Romagna, ma la partita nazionale, per lui o per chi verrà scelto come segretario, sarà molto più ostica e complicata. "Bisogna saper leggere il territorio e la storia e saper stilare i programmi. In vista delle regionali del 2025 sarà necessario capire su cosa puntare: sanità, ambiente, infrastrutture ma con un pensiero moderno e avanzato. L'obiettivo, come dice Bonaccini, è quello di non escludere ma costruire intorno a una proposta" chiosa la consigliere dem Cristina Lodi.

 

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