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Applausi a Palazzo Chigi, ma continua lo scontro sul ddl: secondo l'opposizione l'emendamento rischia di fare emergere un quadro dell'Italia in cui si evidenzino più spaccature e divergenze che punti d'incontro, soprattutto in ambito Nord e Sud
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GENOVA - Il ddl sull'autonomia differenziata, più precisamente "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione", è stato approvato dal Consiglio dei ministri all'unanimità. Il divisivo emendamento proposto dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli è stato accompagnato da un applauso dei presenti.

L'autonomia differenziata è il meccanismo che consentirà alle regioni cosiddette 'ordinarie', cioè tutte tranne le cinque a statuto speciale, di chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie. Tra queste alcune fondamentali come l'istruzione, la sanità, la produzione di energia e la tutela dell'ambiente.

Applausi a Palazzo Chigi, ma continua lo scontro sul ddl: secondo l'opposizione l'emendamento rischia di fare emergere un quadro dell'Italia in cui si evidenzino più spaccature e divergenze che punti d'incontro, soprattutto in ambito Nord e Sud. 

Nonostante qualche divergenza sull'argomento nelle stesse fila del centrodestra, l'amministrazione ligure esulta: "L'approvazione del disegno di legge sull'autonomia differenziata è un grande passo che consentirà davvero all'Italia di crescere", ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sui suoi profili social. "Consentirà ai cittadini e ai territori di avere maggiori diritti e, al contrario di chi critica, di colmare i divari che da troppo tempo per colpa del centralismo e non per le autonomie dividono questo Paese. - è la previsione di Toti - Bravo Calderoli!". Il governatore ha risposto alla controparte che parlerebbe di un'amplificazione del divario già esistente tra alcune regioni: "Tutti coloro che si stanno stracciando le vesti in queste ore dovrebbero ricordare che i margini di autonomia differenziata tra territori sono una delle prerogative previste dal Titolo Quinto della nostra Costituzione fin dai primi anni 2000 e non è mai stato attuato". 

"Mentre le riforme sul presidenzialismo e altre riforme di cui questo governo si sta cominciando a occupare prevedono la revisione della Carta costituzionale - ha detto ancora Toti -, qua stiamo parlando di una legge attuativa di quanto già stabilito possa accadere nella nostra Costituzione. Ben vengano i livelli essenziali di prestazione ma anche su questo non vorrei che si facesse grande ipocrisia: se oggi riteniamo che questo Paese. offra ai cittadini livelli essenziali di prestazioni tutti uguali da Aosta a Lampedusa credo si stia dicendo una grossa balla. I livelli di prestazione sono molto differenti già oggi senza alcuna autonomia - ha ricordato Toti -, per colpa di un centralismo che spesso ha sbagliato le scelte e per colpa di classi dirigenti locali che non sono stati capaci di valorizzare i propri territori come avrebbero dovuto e potuto"