VENTIMIGLIA - Tragedia sulle autostrade ligure verso le cinque del mattino. A perdere la vita investito e poi trascinato da un tir, secondo una prima ricostruzione, è un richiedente asilo afgano di circa vent'anni, travolto mentre camminava a bordo della carreggiata per arrivare in Francia.
Sul caso sta indagando la polizia stradale di Imperia e secondo quanto finora ricostruito, la vittima sarebbe stata prima investita da un'auto, quindi trascinata per almeno cento metri da un tir. L'automobilista, per circostanze ancora da chiarire, si è poi allontanato per poi auto denunciarsi alle forze dell'ordine.
Ancora ricercato il conducente del mezzo pesante è tuttora ricercato. Entrambi potrebbero rispondere di omicidio stradale visto che al momento risulta ancora impossibile stabilire chi possa aver provocato la morte del giovane, il cui corpo era dilaniato.
La morte del 20enne di origine ha riacceso le polemiche sulla situazione migranti a Ventimiglia, zona di confine dove non è già accaduto che un richiedente asilo perdesse la vita provando a raggiungere la Francia tra salvataggi con l'elicottero in zone impervie, giovani folgorati sui tetti dei treni e autostrade chiuse a causa di persone in mezzo alla carreggiata.
Si contano almeno 28 vittime in sette anni con la morte del ventenne afghano investito questa mattina alla barriera autostradale.
Solo una settimana fa, come ricorda il capogruppo della Lega in Regione Liguria Stefano Mai, proprio sulla carreggiata era scoppiata una rissa tra alcuni gruppi di stranieri che passeggiavano sulla barriera di Ventimiglia.
L'investimento mortale di questa mattina "è la conferma di un sistema ormai al collasso - spiega Mai -, alimentato dal finto buonismo delle 'porte spalancate a tutti' tipico della sinistra radical chic che contribuisce a una tragedia umanitaria che può essere arginata soltanto difendendo i nostri confini".
Anche il senatore di Fratelli d'Italia Gianni Berrino ha commentato, richiamando alla necessità di affrontare la questione: "I migranti a migliaia raggiungono Ventimiglia nel tentativo di entrare in Francia. E proprio le politiche migratorie francesi, così restrittive, impongono ai migranti l'utilizzo di sentieri di montagna, l'autostrada o la ferrovia per accedere senza essere respinti dalle autorità locali, mettendo così le loro vite in pericolo".
"Una lunga scia di tragedie a cui si aggiunge quest'ultima e che impone una seria riflessione sul ruolo dell'Unione europea e sul contribuito degli Stati sul necessario ricollocamento dei migranti".
Tra chi chiede di difendere i confini e chi vuole rivedere i rapporti con l'Ue, Cgil chiede invece che venga allestito un campo di accoglienza per le persone in transito: "Mentre si discute di sbarchi 'selettivi' le persone a fianco a noi continuano a non avere un riparo e continuano a morire. Proprio sabato scorso abbiamo manifestato a Roma e a Ventimiglia per la pace. Ma può esserci pace se non è per tutti? È bene essere consapevoli che sul nostro territorio c’è bisogno di una svolta".
Della stessa idea il consigliere regionale di Pd-Articolo Uno Enrico Ioculano. "Ancora una tragedia", dice ai microfoni di Primocanale. Il problema secondo Ioculano, ex sindaco di Ventimiglia, non è legato ai flussi di immigrati che sbarcano in Italia dalle navi delle Ong: "Si parla tanto delle navi, ma ormai i migranti che arrivano così sono solo il 16, al massimo il 20% della totalità, dai balcani ne arrivano molti di più".
Sul centro di accoglienza temporanea del parco Roja e gli attacchi della Lega Ioculano spiega: "La destra ha sempre detto che le persone arrivavano a Ventimiglia proprio per il centro, ma questo è stato chiuso anni fa e le persone continuano ad arrivare e morire. Vivono in contraddizione".
"Il centro è stato criticato da tutti, ma ora lo rivorrebbero - continua il consigliere dem -. Non è una soluzione ma un compromesso, sia per i migranti che per i residenti. Il centro è stato chiuso e questi sono i risultati: accampamenti in centro città, persone in mezzo alla strada. Andrebbe riaperto".
IL COMMENTO
Grazie dei consigli, caro Principe
Il Pd ha i voti e i giovani forti, ma restano i “parrucconi”