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I vertici locali si mostrano preoccupati rispetto ai tre disegni di legge proposti dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri
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GENOVA - È polemica  per le proposte di legge presentate dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, riguardanti alcuni articoli del Codice civile sull'interruzione di gravidanza: l'intervento del senatore forzista ha suscitato la forte reazione del Partito democratico.

Dal primo disegno di legge intitolato "Modifica dell'articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito" all'istituzione della "Giornata della vita nascente" fino alla modifica "della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di reato di surrogazione di maternità commesso all'estero".

Il primo, nonostante il testo non sia ancora disponibile, vuole riconoscere la capacità giuridica al concepito, garantendogli pieni diritti già all'atto del concepimento e non dopo la nascita, come succede ora.

Al momento, in Italia, le donne possono richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dal 1978 questo intervento è regolamentato dalla Legge 194/78, che descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso di richiesta di interruzione di gravidanza. 

Il senatore azzurro presenta questo disegno di legge praticamente a ogni avvio di legislatura, ma il testo non è mai stato discusso . "Il mio obiettivo - ha spiegato il parlamentare - è che si apra una discussione sul tema dell'aborto, della maternità, della vita". La proposta ha subito fatto alzare gli scudi: dai vertici nazionali del Partito democratico a quelli del Movimento Cinque Stelle, la polemica ha raggiunto anche la Liguria.

La nostra regione, infatti, dove negli ultimi due anni si è registrato un calo di donne che scelgono di abortire, rimane sul podio della classifica per le interruzioni di gravidanza per via farmacologica. I dati più aggiornati di Alisa dicono che in Liguria, nel 2021, ci sono state 2068 interruzioni di gravidanza, tutte nelle strutture pubbliche. Il dato non è quindi molto lontano da quello del 2020, quando furono 2056, mentre la percentuale di aborti è scesa nell'ultimo trentennio del 66% (LEGGI QUI). Proprio della legge 194 aveva parlato a Primocanale Claudio Gustavino, direttore della Ginecologia del Policlinico di Genova, che la definisce una legge "che ha centrato il suo obbiettivo".

"I disegni di legge, pur non intervenendo direttamente sulla Legge 194, andrebbero pesantemente ad ostacolare il diritto e l'accesso al servizio di interruzione volontaria di gravidanza", si legge in una nota del Pd genovese. 

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"Preoccupa sapere – dichiara Simone D'Angelo, segretario e capogruppo Pd a Genova – che in Italia sieda in Parlamento chi pensa che il modello sui diritti sia rappresentato da Paesi come Ungheria o Polonia. Per questo abbiamo ritenuto necessario presentare anche a Genova in Consiglio Comunale una mozione per ribadire che il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza va difeso e ne va garantito l’accesso".

"Mai avremmo creduto – conclude Katia Piccardo, portavoce delle donne democratiche e vicesegretaria Pd a Genova – di dover difendere nel 2022 il diritto di autodeterminazione della donna, elemento che consideriamo un principio fondamentale e imprescindibile della nostra società".