GENOVA-La Liguria sul podio della classifica per le interruzione di gravidanza per via farmacologica. L'innovazione portata dalla pillola 'abortiva' non cancella però il fatto che nelle strutture della Regione, in generale, il numero di aborti sono diminuiti negli anni. I dati più aggiornati di Alisa dicono che in Liguria, nel 2021, ci sono state 2068 interruzioni di gravidanza, tutte nelle strutture pubbliche. Il dato non è quindi molto lontano da quello del 2020, quando furono 2056, mentre la percentuale di aborti è scesa nell'ultimo trentennio del 66%. A fotografare la situazione ai microfoni di Primocanale è Claudio Gustavino, direttore della Ginecologia del Policlinico di Genova.
"C'è attenzione, i dati lo dimostrano - continua Gustavino -. Anche in tempo di pandemia abbiamo garantito l'accesso, e al momento non ci risulta che ci sia difficoltà ad accedere il servizio". I dati mostrano che un medico ligure non obbiettore realizza un'interruzione di gravidanza alla settimana: le minorenni sono il 6,6% dei casi mentre oltre il 44% degli aborti riguarda donne tra i 25 e i 34 anni. Una donna su tre è straniera.
"Questo è frutto anche di un'ottima legge che a prescindere dell'essere obbiettore o meno, ha centrato il suo obbiettivo - spiega il primario -: ridurre il numero di aborti e annientare quelli clandestini. Si possono scrivere buone leggi, come questa, che regge dal 1978 senza correzioni".
"I numeri dell'interruzione di gravidanza 'farmacologica' mostrano che come regione eravamo sì partiti da posizioni arretrate, ma ora siamo quelli che ne fanno più uso". In Liguria il 54,8% delle donne fa ricorso alla pillola Ru486. Devo dire che è una modalità che incontra il favore delle pazienti e consente un'organizzazione puntuale alle strutture che la erogano".
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