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Località blindata, divieti e nessun vantaggio economico. Fino alla farsa dei cantieri in autostrada
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 Mentre i ministri e le delegazioni giunte da tutto il mondo discutono dei massimi sistemi, c’è una Santa Margherita che non è affatto contenta del G20 organizzato per oggi in città. E’ la Santa dei commercianti e dei ristoratori che da ieri si sentono intrappolati, tra divieti e percorsi a ostacoli.

Dopo un anno difficilissimo, infatti, il mese di agosto costituisce per le categorie produttive una imperdibile opportunità di fatturato, una risorsa indispensabile per cercare di tappare le falle generate dai lockdown e di fronte alle incertezze che ancora gravano sulla stagione autunnale che, è inutile negarlo, potrebbe essere caratterizzata da nuove chiusure. Per questo il G20 piazzato proprio alla fine del mese buono, quell’agosto che ha fatto registrare in Liguria il tutto esaurito, è sembrato una complicazione non necessaria.

Se il G20 è infatti una innegabile forma di pubblicità, il riscontro pratico di questa giornata internazionale, la cui preparazione ha coinvolto anche le scorse 24 ore, è negativo: “Abbiamo avuto gravi problemi in questi giorni – spiega a Primocanale un ristoratore – specialmente per gli approvvigionamenti. I nostri fornitori non sono riusciti ad arrivare, i divieti messi in campo hanno impedito anche una breve sosta per il carico e scarico. Non è accettabile, i cittadini vengono sempre messi in secondo piano rispetto alle esigenze dei grandi. Senza contare che la presenza delle delegazioni è passata per noi inosservata, nessuno di loro è riuscito a raggiungere i nostri locali, tutto era pre organizzato e per noi non sono rimaste nemmeno le briciole”.

“E’ indubbio che la zona sia stata blindata per questioni di sicurezza – ammette Laura Adami, vice comandante dei Vigili Urbani di Santa Margherita – trovare spazio per dislocare tutti i mezzi delle forze dell’ordine, dei soccorritori, della stampa in un territorio forse inadatto come il nostro non è stato semplice e siamo stati costretti a prendere delle decisioni certamente invasive. Però riteniamo di avere minimizzato i disagi più gravi”.

Ma è anche la presenza delle forze dell’ordine, con centinaia di agenti a garantire il sicuro svolgimento del summit, a far storcere il naso ai sammargheritesi: “Non nego che sia importante vigilare su un evento di questa portata – confida un commerciante – ma forse polizia, carabinieri e finanza avrebbero potuto farsi vedere anche quando, in queste notti estive, orde di ubriachi e teppisti impedivano alla gente di dormire e generavano un pesante senso di insicurezza. Ci siamo anche noi e abbiamo le nostre esigenze”.

Altre voci si domandano per quale motivo il G20 non sia stato programmato un po’ più avanti nella stagione, così da impattare in misura ridotta su una piccola località che conta meno di 9mila residenti che in pieno agosto diventano più di 35mila: domande che affogano nella complessità di una logistica artcolata come quella del G20 ma che restano il cruccio di una popolazione già provata dai tanti disagi che le vie di comunicazione e il periodaccio appena vissuto hanno scaricato su di essa.

E poi c’è la scelta, tipica di una Paese che ha spesso bisogno di nascondere la polvere sotto il tappeto, di rimuovere, giusto per non fare brutte figure, i cantieri dall’autostrada A12 proprio in concomitanza del G20: è come se il Governo, vergognandosi dello stato di totale degrado in cui versano le infrastrutture della Liguria, abbia deciso di fingere che tutto andasse bene, quantomeno agli occhi degli illustri invitati. Ricorda, in un contesto diverso, il comportamento di quel censurabile primo ministro, in carica tra il ‘22 e il ‘43, che fece girare i suoi carri armati attorno a un palazzo e impose l’allestimento di quinte teatrali a copertura degli edifici scrostati così da impressionare il suo ospite, un individuo altrettanto censurabile. C’è lo stesso pizzico di ridicola grandeur che potrà ingannare occhi stranieri ma è un pugno nello stomaco a coloro che conoscono la verità. E noi la conosciamo.