
“Vinca Genova, non prevalgano le strategie politiche”. L’appello lanciato dall’editore di Primocanale Maurizio Rossi ai partiti non è un ragionamento di comodo, fatto per la forma e poi puntualmente abbandonato a se stesso.
Il busillis riguarda lo Skymetro, cioè un collegamento migliore e più veloce fra la Valbisagno e il centro di Genova. L’opera l’aveva portata avanti il centrodestra della passata amministrazione, mentre il centrosinistra di quella nuova, guidata da Silvia Salis, fin dalla campagna elettorale per le comunali ha detto no. Ora, io non voglio entrare nel merito dell’argomento, bensì soffermarmi sul monito-invito di Rossi: vinca Genova.
Guardate, non è cosa da poco. Ricordo che quando stavo per diventare direttore di Primocanale, durante un colloquio al quale presenziò il compianto Cesare Castelbarco Albani, un principe vero, Rossi ebbe a dirmi: “Se e quando avrai dei dubbi, c’è un modo semplice per capire su quale linea dovrai attestare Primocanale: l’interesse della Liguria, l’interesse di Genova. Non ti puoi sbagliare”.
La testata – televisione, sito e tutto ciò che ne fa un multimedia, mi pare si dica così – è intrisa di questo concetto. L’attuale vicedirettrice, Tiziana Oberti, all’epoca era una caporedattrice ed era tra i pochissimi che sapeva (e sa) leggere il pensiero delle persone fuori dalla politica. Come fai?, mi capitò di chiederle. E la risposta fu semplice, persino banale nella sua solarità: “L’editore ha sempre voluto che venissero prima i liguri e i genovesi”.
Cito questi episodi per spiegare che l’atteggiamento di responsabilità chiesto alla politica non è, come detto, di maniera. O non praticato. E non riguarda, in realtà, solo Skymetro. Esistono argomenti, infatti, sui quali ti aspetteresti che tutti, maggioranza e opposizione, facessero quadrato.
Ma stiamo proprio al tema: la Valbisagno ha bisogno di un collegamento migliore con il centro di Genova e siccome tutti sono d’accordo che il problema sia questo è anche un problema da risolvere. Con Skymetro? Con un’opera alternativa? Credo fortemente che ai genovesi importi poco. Non vogliono vedere, invece, una Regione che si mette di traverso rispetto al Comune (Marco Bucci, il governatore, ha assicurato che non accadrà) e che un simile giochino, considerati i colori politici diversi, lo faccia il governo. Però qui il ministro Matteo Salvini sembra ben avviato proprio su questa strada…
E’ dunque in un simile contesto che l’appello di Rossi ai partiti assume tutto il suo valore: se c’è un problema da risolvere, e c’è, non possono prevalere le logiche di bottega. Per quelle esistono altre occasioni. Ma la politica dovrebbe fare ciò che ha dimostrato, in questi anni, di non saper fare: mettere da parte le divisioni.
Non è un caso se l’esercito degli astensionisti continua a crescere: di litigi gli elettori non ne possono più. Ci sono questioni che non hanno bandiera e si impongono semplicemente per il loro essere (o non essere). Ecco perché almeno su talune cose bisogna cambiare metodo. È possibile? Sì. Può succedere proprio a Genova? Voglio essere ottimista: sì. Del resto, non sarebbe la prima volta in cui la città ha saputo fare da apripista. E Iddio solo sa quanto ci sarebbe bisogno di Buona Politica.
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IL COMMENTO
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