cronaca

In vista di settembre gli istituti sono al lavoro per capire come accogliere i ragazzi
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 Non è facile immaginare come funzionerà il rientro a scuola: la prima campanella suonerà il 14 settembre, ma, nonostante siano state presentate alcune linee guida del governo, restano ancora diversi interrogativi. Il primo è quello della mascherina che per il momento resta obbligatoria dai 6 anni in su, ma per la decisione definitiva bisognerà aspettare fine agosto per cui in base alla situazione epidemiologica la regola per indossarla al chiuso potrebbe cambiare. Si è parlato poi di banchi singoli, utilizzo di spazi esterni come teatri, cinema e musei, ingressi scaglionati.

Ogni istituto sta cercando di ipotizzare come accogliere gli studenti già dai primi di settembre, dato che coloro che non hanno ottenuto la sufficienza a giugno avranno due settimane di corsi di recupero. “Sarà l’occasione per fare le prove generali in vista della ripartenza a pieno regime”, ha commentato Luca Battaglia, preside del liceo scientifico dell’istituto Emiliani. “Fortunatamente noi possiamo contare su spazi molto più ampi rispetto ad altri, tra cui anche quello dell’auditorium con 220 posti”. Ma non per tutti è così e tante scuole si interrogano come potranno mantenere il distanziamento in aula.

Resta ancora poco chiaro come potrebbe funzionare il sistema di ingressi scaglionati
. “Noi vorremmo che almeno le classi del biennio possano non essere divise e continuare in presenza le lezioni. Nelle linee guida si fa anche riferimento alla Dad, la didattica a distanza, per il triennio e non escludiamo di dover ricorrere ancora a questa modalità”, ha detto Battaglia a Primocanale. Ma tra le soluzioni alternative potrebbe esserci anche quella delle lezioni pomeridiane: “Noi avevamo già attivato attività di tutorato pomeridiano, queste ore potrebbero diventare ore di lezione vere e proprie”.

Intanto sono stati stanziati dal Governo tre miliardi e trecento milioni proprio per la ristrutturazione degli edifici scolastici, la ricerca di nuovi spazi e l'aumento dell’organico. A livello nazionale, però, è aperto anche il dibattito sugli aiuti alle scuole paritarie: se per il Movimento 5 Stelle sarebbe come “dare soldi ai ricchi”, Italia Viva ha invece ribadito l’importanza come aiuto concreto alle famiglie e di conseguenza a tutti coloro che lavorano all’interno degli istituti privati.