cronaca

La decisione del giudice per motivi tecnici
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Ancora un giorno di udienza e poi il secondo incidente probatorio sulle cause del crollo del ponte Morandi si fermerà per 15 giorni. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini. Lo stop era stato chiesto da alcuni legali degli indagati per acquisire il software usato per i calcoli di tiraggio dei cavi. In queste due settimane i consulenti di parte potranno studiare i file.


Oggi i periti hanno illustrato la nascita del viadotto soffermandosi sui difetti di realizzazione e su quanto emerso dall'analisi del reperto 132, considerato la prova regina dell'indagine. I super esperti hanno spiegato come dalle analisi è emerso che non vi era una disposizione regolare dei trefoli trovati anche in "modo caotico" a causa di un errore nella iniezione di calcestruzzo che avrebbe creato una bolla d'aria. In questo modo i cavi di acciaio sarebbero stati esposti alle aggressioni dei fattori esterni. Dentro il reperto sono stati trovati anche resti di iuta e di carta delle confezioni di cemento.

"Elementi pericolosi - hanno sottolineato gli ingegneri - perché accelerano il degrado dell'acciaio". Nel pomeriggio si è parlato invece di mancati collaudi in particolare sulla pila nove, quella crollata il 14 agosto 2018 (43 vittime). I periti nella loro relazione depositata a fine dicembre avevano però sottolineato come il gestore dell'infrastruttura avrebbe dovuto conoscere quei difetti.

"Laddove fossero stati eseguiti i controlli e le manutenzioni - aveva scritto - e se eseguiti lo fossero stati correttamente avrebbero interrotto la catena causale e l'evento non si sarebbe verificato".