cronaca

Giovanni e Michele Cassano: "Dopo due anni abbiamo riaperto a Borzoli grazie alla solidarietà dei colleghi"
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"E' stata una sensazione terrificante: si vedevano auto e camion sbalzate che volavano nel vuoto, e non era un film di fantascienza ma purtroppo era la realtà...".

A parlare con ancora la voce rotta dall'emozione è Giovanni Cassano,  titolare della Ferrometal che sino al tragico 14 agosto del 2018 era a Campi sotto Ponte Morandi.

Le drammatiche immagini riprese delle telecamere della sua azienda che mostrano il cedimento degli stralli e delle pile del ponte hanno fatto il giro del mondo e sono risultate determinanti per ricostruire e accertare le cause del crollo del Morandi da parte della guardia di Finanza.

Il primo a visionare il video fu Michele Cassano, figlio di Giovanni,
"fu agghiacciante, io e mio padre ci rendemmo subito conto dell'importanza di quelle immagini e appena possibile consegnammo il video alla guardia di finanza che svolgeva le indagini sul disastro".

Michele svela poi che la telecamera che ha ripreso il ponte era stata installata lì per riprendere uno dei macchinari usati per compattare il ferro, "per motivi di sicurezza e solo per caso era puntata sul Morandi".

La Ferrometal, 15 dipendenti, si occupa del recupero e il trattamento di materiali ferrosi e a causa del crollo è rimasta chiusa per quasi due anni: ha riaperto a Borzoli, dopo avere ottenuto un risarcimento da Autostrade e anche e grazie soprattutto alla solidarietà dei colleghi del settore.

Come ha aggiunto lo stesso Giovanni Cassano, che ama Genova tanto che indossa una cravatta che lui stesso ha fatto confezionare con il logo del nuovo ponte San Giorgio: "La solidarietà dei colleghi, quei gesti, ci hanno aperto il cuore, per questo non smetterò mai di ringraziarli" conclude l'imprenditore.