cronaca

I palloncini bianchi verso il cielo e il ponte delle Ratelle intitolato alle vittime
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Genova si stringe attorno ai familiari delle vittime di ponte Morandi. Tre anni dopo quel tragico martedì 14 agosto del 2018 una triplice fiaccolata per non dimenticare. In tanti con la torcia in mano sono partiti dal castello Foltzer di Rivarolo, dal ponte Pieragostini di Cornigliano e da piazza Masnata a Sampierdarena. La luce delle fiaccole a illuminare i cuori di chi non può dimenticare. Quarantatré vite spezzate, quarantatré famiglie che piango un caro perso con una morte assurda. Aspettano giustizia, aspettano che la verità di quanto accaduto venga messa nero su bianco e che i responsabili paghino il debito con la giustizia. Primocanale in diretta per stare vicino ai parenti delle vittime nel giorno del ricordo.

L'arrivo al ponte delle Ratelle, il ponte che attraversa il torrente Polcevera e che ha visto quel giorno il crollo, e nei giorni e mesi successivi la tragedia, il dolore e la sofferenza attorno alle macerie del Morandi conficcate nel. Il ponte Ratelle che diventa ufficialmente anche per la toponomastica della città 'Passerella 14 agosto 2018, in memoria delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi"

E poi i palloncini bianchi, quarantatrè palloncini fatti volare nel cielo di Genova proprio sopra il nuovo ponte, là dove il 14 agosto 2018 la pila 9 del viadotto Morandi è crollato spezzando per sempre le 43 vite. Un modo per ricordare e tenere viva la forza e la voglia di giustizia. Infine l'arrivo alla Radura della Memoria, il luogo nato appositamente per resititure uno spaziona questa zona della città e che è diventato il luogo del ricordo.


C'è la mamma di Mirko Vicini che restò per giorni in attesa di suo figlio: "Momento di raccoglimento molto forte. Malinconia, nostalgia, tanti sentimenti in questi giorni. Sentiamo la vicinanza di tutta la città. Quando penso a quel giorno mi viene la pelle d'oca. Un grande immenso grazie a tutti i soccorritori che in quei tragici giorni ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, hanno lavorato nell'ombra" (GUARDA QUI). Ci sono i genitori di Luigi Matti Altadonna (GUARDA QUI), ci sono i parenti di Marius Djerri ed Edi Bokrina (GUARDA QUI).

C'è Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo vittime ponte Morandi: A parte il lavoro della procura che si sta impegnando, abbiamo visto poco. Abbiamo bisogno di vedere risposte. Ci sentiamo abbandonati - spiega Possetti -. Siamo in una sorta di limbo. A poco a poco le sensazioni si affievoliscono. Noi dobbiamo tenere viva l'attenzione, ma non per i nostri cari, ma per tutti gli altri, non prossimo lasciare uno degrado del genere nella nostra Nazione. Dal Vajont in poi abbiamo avuto tante tragedie e nessun colpevole e questo col tempo affievolisce la fiducia nello Stato. Noi cerchiamo di provare a dare un po' fastidio a questo sistema perché è un sistema che protegge chi delinque e questo non è accettabile. Non solo il Comune ma anche la Regione Liguria dovrebbe costituirsi parte civile" (GUARDA QUI).

Anche i genovesi nonostante il caldo di questi giorni ha voluto far sentire la sua voce, la sua vicinanza a chi ha perso un caro. Ci sono i soccorritori, c'è chi ha scavato tra le macerie, chi ha portato un aiuto e non solo in quei tragici giorni. "Fa rabbia sapere che le 43 vittime non hanno ancora avuto giustizia" spiegano i cittadini, e ancora: "C'erano lavori tutti i giorni su quel ponte, ma cosa facevano? Tutti sapevano ma poi?". Parole di dolore e rabbia che si mischiano e aspettano risposte dal sistema Stato.