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I presidenti Sticchi Damiani e Cairo esprimono assoluto dissenso per cambi di regole in corsa
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 Tira aria di playout salvezza e tra le squadre coinvolte forse le uniche entusiaste sono Brescia e Spal, ultima e penultima in classifica: nella formula a otto una delle due addirittura sarebbe certa di salvarsi. Viceversa le società meno lontane da una posizione compromessa di classifica sono ostili a decisioni diverse dal blocco delle retrocessioni o dalla compilazione di una graduatoria in base alle giornate fin qui disputate.


Non le manda a dire Saverio Sticchi Damiani (nella foto) presidente del Lecce che pure, in caso di congelamento della classifica, parrebbe destinato a finire in B per differenza reti generale rispetto al Genoa. "L'unico verdetto del campo che conosco è quello che arriva alla fine di tutte le partite. Fare direttamente un play-off o play-out dopo quattro mesi di stop assomiglia più a un sorteggio".

E ancora: "Fino a prova contraria le retrocessioni a tavolino, e nel caso in cui non si riprendesse a giocare si tratterebbe di retrocessioni a tavolino, ricorrono solo in casi in cui un club meriti di essere pesantemente punito per aver commesso, per esempio, un illecito sportivo. Trattare una pandemia allo stesso modo è aberrante. Retrocesso “per Covid” e promosso “per Covid” sono due concetti che si cerca di far passare come normali, ma che normali non sono".
Scettico anche Urbano Cairo, presidente del Torino: "Navighiamo a vista, sono ripresi gli allenamenti collettivi. Bisogna capire quali saranno le decisioni del Governo sulla ripartenza e se ci potrà essere, e poi altri cose nel caso in cui ci fosse un altro stop. Si leggono tante cose, deve essere tutto ben codificato e regolamentato per potersi organizzare. Cambiare le regole in corso non è mai una cosa giusta, i play-off e play-out avvengono in altri campionati e altri sport e non condivido il fatto di modificare le cose. Non penso sia giusto".