cronaca

Città paralizzata per la manifestazione che si è subito divisa fra sindacati e no green pass
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"Siamo troppo diversi per stare insieme": cobas e no green pass, come due amanti occasionali, se lo sono detto prima di partire e così il corteo per lo sciopero generale dei comitati di base contro le politiche di Draghi per la pandemia si è subito separato.


Gli anti vaccini e pochi altri in via Milano, i comitati di base dei lavoratori, portuali, docenti, personale sanitario e tanti alttri ancora, compresi gli antagonisti dei centri sociali e pure i pompieri, sulla sopraelevata. Tutti arrabbiati per le scelte del governo di Draghi che farebbe gli interessi di Confindustria e che "non tutela i lavoratori e le famiglie" e produce "salari sempre più bassi e orari di lavoro sempre più lunghi e scarse condizioni di sicurezza sul lavoro ".


Sul green pass invece i sindacati di base sono lontani dalle posizioni estreme dei no lasciapassare, ma chiedono almeno i tamponi gratuiti per chi ha paura di vaccinarsi.


Strade diverse e diverso anche l'obiettivo. I no green pass si sono attestati prima in  piazza della Vittoria e poi a Corvetto, per assediare la prefettura.


I cobas invece usciti dalla Aldo Moro hanno raggiunto e assediato la sede degli industriali a Brignole con cassonetti in strada, fumogeni e petardi.


Prima di arrivare lì un gruppetto di manifestanti ha attaccato e sfregiato palazzo San Giorgio, forse perché sede della prima banca del mondo o solo perchè casa dell'autorità portuale di Genova che, come denunciano dal collettivo dei lavoratori del porto, accoglie le navi che trasportano armi.


Sulle colonne di palazzo San Giorgio due sfregi, due parole: "schiavi" e il nome di una delle navi della morte.


Il traffico della città, a causa dei cortei, è andato in tilt dalle prime ore della mattina e sino alle 14.


L'umore della manifestazione ha inevitabilmente risentito
dell'attacco di gruppi estrema destra alla sede della Cgil di Roma.


Così il no ai fascisti è stato uno dei leitmotiv della giornata, con striscioni e slogan urlati al megafono: "Non vogliamo fasci fra noi" hanno gridato portuali e Cobas a mo' di avvertimento.


La giornata di lotta era iniziata alle sette con il blocco del varco portuale di ponte Etiopia di Lungomare Canepa: striscioni contro il fascismo, pneumatici alle fiamme e blocco dell'ingresso, con code di tir attorno a tutto il nodo autostradale di Genova.


Poi la partenza della manifestazione che dopo essersi sdoppiata ha comunque attraversato le vie della città e gridato il no alle politiche del dopo pandemia del premier Draghi.


Domani pomeriggio altra manifestazione: gli antagonisti del centri sociali che si recheranno in via Garibaldi, davanti a palazzo Tursi, per protestare contro lo sfratto del Terra di Nessuno del Lagaccio. 


Dopo l'incontro in prefettura di oggi, tra il viceprefetto e alcuni rappresentanti del movimento no green pass, che hanno chiesto un incontro con il Governo, il prossimo appuntamento dei no green pass è per domani pomeriggio in piazza della Vittoria dove è prevista un'assemblea cittadina.